Ascensione del Signore – Il compimento delle feste.


Oggi celebriamo l’ascensione di Cristo nella carne, che mostra il compimento delle feste del Signore.

La prima festa è la venerabile e mirabile Nascita di Cristo secondo la carne. Come può non essere mirabile il discendere di Dio dai cieli fino a noi, o meglio il suo con-discendere? Il Signore di ogni cosa si è degnato di unire a se stesso la forma di servo, e colui che tutto contiene si è degnato di avere una madre povera.

La seconda festa è quella dell’ Epifania che offre un oggetto di contemplazione più grande della prima. Nella prima festa una stella mostrava il Verbo di Dio che era nato; nella seconda Giovanni gridava: Ecco l’agnello di Dio (Gv 1,36) che toglie il peccato del mondo, e il Padre dal cielo confermava la testimonianza resa a colui che veniva battezzato proclamando: Questi è il mio Figlio amato nel quale mi sono compiaciuto (Mt 3,17). Ma neppure con questa festa è piena la nostra gioia, poiché il corpo mortale non ha ancora accolto l’immortalità attraverso la resurrezione.

La terza festa è la Resurrezione che segue da vicino la passione salvifica… Questa festa si rivela più gloriosa delle precedenti, poiché in essa l’immortale attraverso la morte ha ucciso la morte e ha portato ai mortali la vita immortale. Ma anche questa non possiede la gioia perfetta poiché trattiene il Risorto sulla terra. Anche la Pentecoste, in cui lo Spirito è donato agli apostoli, possiede una gioia grande e indicibile. Ma oggi nel giorno dell’ Ascensione ogni cosa è colma di gioia. Cristo ha aperto i cieli ed è asceso progressivamente attraverso l’aria sottilissima… Egli è il pastore buono che, lasciate le novantanove pecore (cf. Lc 15,4-7), cioè gli angeli, nelle altezze del cielo, ha trovato la pecora perduta, l’ha caricata sulle proprie spalle nel suo amore per l’uomo, l’ha condotta nel porto del cielo e l’ha portata in dono al Padre suo e grida: “Padre ho trovato la pecora smarrita che il subdolo serpente ha ingannato con tranelli, mostrandole le vie della malvagità e contaminando con il fango la purezza della sua divina conoscenza. Vedendola insozzata dal fango della vita, con la destra della mia divinità l’ho subito afferrata e l’ ho lavata nelle acque del Giordano fragrante del profumo del mio santo Spirito. Ora, risuscitato, offro alla tua divinità questo dono degno di te, la pecora dotata di Spirito”


Pseudo-Epifanio, Omelia sull’ Ascensione

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