Se ci viene chiesto: “Qual è l’oggetto del vostro culto e della vostra venerazione?”, diremo senza esitare: “La carità”, poiché il nostro Dio è la carità. È una risposta suggerita dallo Spirito santo e Dio si rallegra al sentire questo più d’ogni altra cosa. Qual è la sintesi della Legge e dei profeti? L’evangelista non ci consentirà di dare altra risposta (cf . Mt 22,37-40). Ma perché allora noi, discepoli dell’amore, odiamo e ci odiamo vicendevolmente? Perché noi, discepoli della pace, conduciamo una guerra senza tregua e implacabile? Perché noi, discepoli della pietra angolare, ci distanziamo uni dagli altri? Perché noi, discepoli della pietra, ci lasciamo scuotere? E perché, essendo discepoli della luce, siamo vinti dalle tenebre? Perché noi discepoli della Parola, siamo privi di parola, pieni di irragionevolezza, di follia non saprei di che altro ancora?…
Sarebbe assurdo che Dio ordinasse di perdonare anche a quelli che ci fanno dei torti non solo sette volte ma più volte sette dal momento che perdonare ci procura il perdono, e che noi, invece, preferissimo fare del male a quelli che non ci hanno fatto niente piuttosto che accogliere il bene che ci fanno gli altri. Sarebbe assurdo sapere che la beatitudine riservata ai pacifici è tale che essi sono i soli tra i salvati a essere proclamati figli di Dio (cf . Mt 5,9), e, d’altra parte amare l’essere litigiosi e pretendere [con questo] di far cosa gradita a Dio, lui che ha sofferto per noi perché fosse ristabilita la pace con lui e distrutta la guerra in noi. Amici e fratelli, non nutriamo simili pensieri! Rispettiamo il dono che ci ha fatto il pacifico, la pace che ci ha lasciato come dono d’addio nell’abbandonare questo mondo (cf. Gv 14,27). Sappiamo che c’è una sola guerra, quella contro la potenza avversa, Chiamiamo fratelli anche quelli che ci odiano, se lo accettano. Facciamo qualche concessione per ottenere di più in cambio, cioè la concordia. Lasciamoci vincere per essere vincitori.
S. Gregorio di Nazianzo, Discorsi 22,4.15-16