San Giovanni Cassiano: Sulla preghiera del cuore

La nostra preghiera raggiungerà la perfezione che le è propria allorché si realizzerà in noi ciò che il Signore chiese al Padre suo celeste: “Che sia in loro l’amore di cui tu mi hai amato”“come tu, Padre, sei in me ed io in te, anch’essi formino un’unità con noi”. Ciò avverrà quando tutto il nostro amore, tutto il nostro desiderio, tutto lo zelo, ogni nostra tendenza, ogni nostro pensiero, tutto ciò che vediamo, tutto ciò di cui parliamo e che aspettiamo sarà Dio, e quando quell’unità, che esiste tra il Padre ed il Figlio o tra il Figlio ed il Padre, passerà nei nostri cuori e nelle nostre menti, affinché come egli ci ama con sincera purezza ed incessante amore, anche noi siamo uniti a Lui con vincolo puro ed inscindibile di amore. Colui che raggiunge questo grado entra in quella condizione in cui non può non avere nel suo cuore la preghiera incessante. Allora ogni movimento dell’anima sua ed ogni tendenza del cuore si trasformerà in un’ininterrotta preghiera, in cui noi pregustiamo ed abbiamo un pegno dell’eterna beatitudine.

            Per raggiungere la somma perfezione nella preghiera si deve rafforzare in noi il pensiero incessante di Dio, ed a questo serve come mezzo una preghiera breve e spesso ripetuta. I nostri Padri hanno insegnato che colui che tende all’incessante ricordo di Dio, deve abituarsi a ripetere continuamente questa preghiera: “Signore, presta attenzione alla mia invocazione d’aiuto; Signore, affrettati ad aiutarmi”. Questo versetto non è stato scelto a caso nella Sacra Scrittura, giacché esprime tutte le disposizioni dell’animo richieste per la preghiera e corrisponde a tutte le necessità di chi prega. In esso è racchiusa l’umile confessione della propria impotenza, la confessione che Dio è l’unico nostro alleato, sempre pronto ad aiutarci, è espressione di fede e di attesa che anche a colui che pronuncia questa preghiera Egli porterà aiuto e lo libererà da ogni malanno. Chi incessantemente invoca il Signore con queste parole, vede nella sua mente e nel suo cuore sente presente Dio, ed a lui si rivolge come ad un padre con l’affetto di un figlio. In tale modo attira a sé la protezione divina, la benedizione e la difesa. Così questa breve preghiera diventa un muro insuperabile per gli attacchi del demonio. Essa disperde la confusione dei pensieri, respinge le idee cattive, placa le passioni accese ed educa tutte le migliori tendenze del cuore. I Padri ci hanno anche insegnato che, se la passione del demonio dello stomaco ci tedia con le sue varie manifestazioni, dobbiamo invocare: “Signore, presta attenzione alla mia invocazione d’aiuto; Signore, affrettati ad aiutarmi”. Se senti il bisogno di un digiuno più severo per mortificare la carne, e non speri di riuscirci da solo, prega: “Signore, presta attenzione alla mia invocazione d’aiuto; Signore, affrettati a soccorrermi”. Se lo spirito dell’avvilimento ti tormenta e ti rode la tristezza, allontanandoti da ogni impegno, invoca: “Signore, presta attenzione alla mia invocazione d’aiuto”. Oppure se la tua anima è in preda alla letizia spirituale e desideri conservarla ed accrescerla, ripeti:  “Signore, presta attenzione alla mia invocazione d’aiuto”. Se ti solletica la carne con il suo piacere ingannatore e temi che questa fiamma incendi il fiore profumato della castità, invoca: “Signore, presta attenzione alla mia invocazione d’aiuto”. Se poi ogni affanno si è allontanato da te ed un senso di ristoro si è diffuso per le tue membra o tu desideri che questa condizione duri o rimanga per sempre, chiedi con ardore: “Signore, presta attenzione alla mia invocazione d’aiuto”. Così in ogni necessità spirituale ripeti questa preghiera ed essa ti darà la liberazione da ogni male e ti concederà ogni bene. Perciò sia essa sempre presente nel tuo petto: in ogni momento, mentre sei al lavoro o al servizio, in cammino o a tavola, mentre stai per addormentarti o ti svegli, non cessare di ripetere questo versetto al punto che , grazie al continuo esercizio, lo ripeterai anche nel sonno.

            Risultato sarà che ti respingerai tutta la ricchezza dei tuoi pensieri e, trattenuto soltanto da questo versetto, ti abituerai sempre più a concentrare la tua mente nel pensiero di Dio, tuo unico aiuto, vedendo che è sempre presente in te, che vede tutto e regge tutto. Successivamente, risalendo ad una più viva comunione con Dio, comincerai a nutrirti di misteri sempre più elevati, immergendoti in Dio, stando con lui solo e trovando soddisfazione solo in lui. Così, alla fine, raggiungerai anche tu quella pura preghiera che non ammette alcuna immagine né si manifesta con alcun suono della voce, ma con vivacità irresistibile sgorga dal cuore indicibilmente esaltato dall’ardente tendenza della mente a Dio e si sfoga davanti a lui con sospiri e lamenti.

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