Il digiuno, se non fatto con discernimento, per essere veramente utile, senza bontà del cuore, senza protezione della bocca, senza il rifiuto di condannare l’altro – è una cosa molto colpevole davanti a Dio – non è utile, al contrario fa male.
Puoi diventare secco e morire di fame, ma se hai malvagità contro il tuo vicino e parli male di lui quando non è presente, il tuo digiuno è inutile!
Nel digiuno è molto importante perdonarsi a vicenda. Puoi morire di fame, ma non ha senso il tuo lavoro finché non ti riconcili con il tuo prossimo.
Alcuni non si parlano da anni, ma seguono tutti i digiuni… Guai a loro!
Il digiuno armonizza e rinvigorisce tutti i nostri interni.
Il digiuno deve essere illuminato, acconsentito volentieri, non come risentimento, ma come una gioia.
Il digiuno è soprattutto, astinenza, fratelli cristiani. Perché anche se non mangi cibo proibito per il digiuno, ma mangi più di quanto si deve e mangi anche cibi cucinati bene, non è più un digiuno.
Non aver paura del digiuno. Il digiuno non è lasciato per portarci alla morte, ma calmare le passioni in noi.
Il digiuno non riguarda solo il mangiare, ma stare lontano da tutto ciò che ritieni che non ti sia utile: dal piacere colpevole, da una relazione inopportuna.
Il digiuno è lasciato come un’arena in cui dobbiamo combattere con le bestie in noi, con le spine in noi, con la malvagità di noi – ed è molto difficile superare te stesso.