San Kuksha di Odessa e il corvo di Sant’Elia

Il santo racconta che gli anni di detenzione furono molto duri, dovendo tagliare legna nella foresta per 14 ore al giorno, con cibo scarso e di pessima qualità. Tuttavia, il Signore gli mostrò il Suo amore proprio a Pasqua. 

“Ero così debole e affamato che il vento mi faceva vacillare. Il sole splendeva, gli uccelli cantavano, la neve cominciava già a sciogliersi. Camminavo lungo il filo spinato, non potendo più sopportare la fame, mentre al di là del filo spinato il cuoco portava dalla cucina, per le guardie, un vassoio con della focaccia. Sopra di noi volavano i corvi. Io pregavo: ‘Corvo, corvo, tu che hai nutrito il profeta Elia nel deserto, portami anche a me un pezzo di focaccia!’. 

All’improvviso, sentii sopra il mio capo: ‘Crau, crau!’ – e ai miei piedi cadde una focaccia. Il corvo l’aveva rubata dal vassoio che il cuoco trasportava sulla testa. Raccolsi la focaccia dalla neve e, con le lacrime agli occhi, ringraziai Dio.”

Lascia un commento