La base della preghiera di Gesù si trova nelle parole del Signore: “Finora non avete chiesto nulla nel mio nome; chiedete e vi sarà dato… Qualunque cosa chiederete al Padre nel mio nome, egli ve la darà” (Giovanni 16:24, 23). Più un uomo cresce nella preghiera, più si rende conto che il centro di tutta la guerra spirituale contro le passioni e il nemico è il proprio cuore. Nell’Antico Testamento l’uomo è definito come “un cuore profondo” (Sal 63,7), che cerca “un sentimento spirituale e divino” (cfr. Sal 15,14). Il cammino verso il cuore profondo passa attraverso il cuore carnale. La connessione che troviamo tra i due è la stessa che c’è tra la mente e il cervello. La differenza principale è che l’uomo usa il suo cervello e il suo cuore fisico solo fino alla morte, mentre la mente e il cuore profondo spirituale accompagnano l’anima dopo la sua partenza da questo mondo. In questa vita, però, i movimenti e il funzionamento della mente sono strettamente legati al funzionamento del cervello e, allo stesso modo, il cuore corporeo rimane il centro dell’essere, dove si manifestano tutti gli aspetti della vita spirituale.
Lo scopo della Preghiera di Gesù è quello di unire la mente al cuore. I Padri parlano di un movimento in tre fasi o “movimento ciclico della mente”: dopo la caduta, la mente si è dispersa nel mondo visibile e se ne è alienata. Il secondo movimento avviene quando, per grazia di Dio e mettendo in atto la Preghiera di Gesù, la mente si volge verso l’interno per trovare il cuore profondo e unirsi ad esso. Poi, attraverso questa meravigliosa unione, avviene il terzo movimento, quando l’uomo rivolge tutto il suo essere verso Dio. Questo movimento circolare della mente è “un movimento che non conosce inganno”, perché durante questo processo il nemico non può contaminare la mente con i suoi pensieri estranei. Il dolore del pentimento e la preghiera di Gesù accendono nel cuore un certo calore che costringe il nemico a rimanere fuori dalle mura della nostra fortezza interiore. Per questo i Padri dicono: “Chi entra nel tesoro del suo cuore è entrato nel tesoro del cielo”. L’unione della mente con il cuore, e l’unione con Dio che l’accompagna, è un’opera che può essere compiuta solo con la grazia di Dio e ci viene data gratuitamente, come dono, e non come ricompensa per i nostri sforzi. Non abbiamo fatto nulla per meritare una ricompensa da parte di Dio, poiché Egli ci ha amati per primo ed è “morto per noi mentre eravamo ancora peccatori” (Rm 5,8).
Nella preghiera, la quantità porta qualità, perché la preghiera ama chi prega. L’ascesa graduale nella preghiera è la cosa più affidabile. Di solito si consiglia al principiante di iniziare dal primo passo, che consiste nel recitare la preghiera ad alta voce il più spesso possibile, fino a quando il corpo, la lingua, il cervello e il cuore non l’avranno padroneggiata. Il tempo necessario per ogni persona può variare, ma più forte è il pentimento, più breve è il cammino. Secondo padre Sofronio, la preghiera va recitata prima con le labbra, cercando di concentrare la nostra attenzione sul Nome e sulle parole della preghiera. Poi recitiamo la Preghiera di Gesù con la mente. Nella terza fase l’attenzione della mente si raccoglie nel cuore e lì si recita la preghiera. Nel quarto stadio, senza alcuno sforzo particolare da parte nostra, la preghiera continua nel cuore, dove si raccoglie la mente. Infine, l’uomo raggiunge il livello della preghiera di grazia, in cui la preghiera inizia a lavorare come una fiamma gentile dentro di lui, come un soffio dall’Alto. Quest’ultima fase è talvolta accompagnata dalla vista della luce non creata di Dio. Il richiamo del Nome di Cristo costruisce nel cuore dell’uomo uno stato tale per cui la vita diventa veramente un anticipo della vita celeste.
Quali sono i frutti che nascono quando un uomo invoca il nome del Signore con la mente nel cuore? La preghiera di Gesù lo aiuta a rimanere alla presenza viva di Dio, che diventa “un fuoco che consuma”. La potenza divina in essa contenuta rianima il suo cuore dalla morte del peccato e la sua luce illumina la sua mente. Il suo essere è guarito e la sensazione di essere di nuovo integro porta grande pace e gioia nel suo cuore. Grazie alla Preghiera di Gesù, la mente non è più alienata alle cose vane di questo mondo, né è preda di pensieri impuri attraverso l’immaginazione, poiché ha trovato un fondamento incrollabile nel cuore. Tutto l’uomo viene gradualmente liberato dal dominio del peccato e diventa il bersaglio della misteriosa ricerca del Signore (cfr. Giobbe 7:18). Invocando il nome di Cristo con la mente nel cuore, l’uomo entra alla presenza del Dio vivente e alla luce di questa presenza è in grado, per la prima volta nella sua vita, di vedere il vero stato del suo cuore. Acquista così uno spirito umile e assume l’opera del pianto spirituale, nutrendo la sua anima con il pane delle lacrime che il Signore dà in abbondanza a coloro che desiderano ardentemente seguirlo fino alla fine (cfr. Sal 79,6).
Per l’uomo che ha raggiunto l’unione della mente e del cuore attraverso la preghiera di Gesù “i pensieri del nemico non sono più sconosciuti” (cfr. 2 Cor. 2:11). Egli separa naturalmente i suoi pensieri, poiché il suo cuore diventa come uno specchio cristallino in cui può vedere tutte le cattive inclinazioni della mente e tutte le astuzie degli spiriti immondi. Il cuore è ora come una fortezza in cui la mente regna come un imperatore, vedendo i pensieri del nemico da lontano e non permettendo loro di ostacolare il lavoro santo della preghiera. Una volta purificati la mente e il cuore, la purezza viene impartita sia al corpo che all’anima dell’uomo. Ma è più facile purificare la mente che il cuore. Come dice Sant’Isacco il Siro, quanto veloce si purifica la mente, tanto più velocemente diventa impura, mentre il cuore, la radice di tutti i sensi, si purifica con più fatica. Ma se la radice è santa, anche i rami sono santi. L’uomo è veramente libero quando padroneggia pienamente la sua vera natura per poter amare Dio con tutto il suo essere e il prossimo come se stesso.
Archimandrita Pietro, abate del Monastero di San Giovanni Battista, Essex, Regno Unito
Traduzione a cura del Monastero di Arona. Fonte: pemptousia.ro
