Ora, dice I’Apostolo, conosciamo in parte e profetizziamo in parte, ma allora faccia a faccia (1 Cor 13,9.2). E quello che dice anche Pietro: Quando vedrete colui che amate pur senza averlo visto, e in cui credete pur senza vederlo ancora, esulterete di gioia inesprimibile (1Pt 1,8). Il nostro volto vedrà il volto di Dio e trasalirà di gioia inesprimibile poiché vedrà colui che è la sua gioia. Ma per il momento riceviamo soltanto una parte del Suo Spirito per predisporci e prepararci all’incorruttibilità abituandoci poco a poco a ricevere e portare Dio. E questo ciò che l’Apostolo ha chiamato “caparra”, cioè una parte di quell’onore che Dio ci ha promesso, quando nella Lettera agli Efesini dice: In lui anche voi, dopo aver ascoltato la parola di verità, il vangelo della vostra salvezza e dopo avere in lui creduto, siete stati segnati con lo Spirito santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità (Ef 1,13-14). Se dunque questa caparra, abitando in noi, ci rende già spirituali, e se ciò che è mortale è assorbito dall’immortalità – dice l’ Apostolo: Voi non siete nella carne, ma nello Spirito, se è vero che lo Spirito abita in voi (Rm 8,9) -e se, d’altra parte, questo si realizza non con un rigetto della carne, ma attraverso la comunione con lo Spirito… se già ora, per aver ricevuto la caparra, gridiamo: “Abba, Padre” (cf. Rm 8,15), che cosa sarà quando, risuscitati, lo vedremo faccia a faccia? Quando tutte le membra faranno affluire un inno di esultanza, glorificando colui che li avrà risuscitati dai morti e avrà donato loro la vita eterna? Se già la caparra, avvolgendo l’uomo, gli fa dire: “Abba, Padre”, che cosa farà la piena grazia dello Spirito, quando Dio la donerà agli uomini? Ci renderà simili a lui e compirà la volontà del Padre, poiché essa renderà I’uomo a immagine e somiglianza di Dio.
S. Ireneo di Lione, Contro le eresie V,7,2-8,1
