Nella sera del giorno di 7 febbraio i monaci del Monastero Ortodosso del Cristo Pantocratore di Arona insieme a numerosi fedeli ortodossi della zona e non solo, hanno incontrato l’Icona Miracolosa della Madre di Dio “Gherontissa” del Monastero Pantokrator del Monte Athos. Questa icona è stata lavorata in Grecia per il monastero di Arona con il contributo dei fedeli che frequentano il Monastero.
Più avanti vi presentiamo la storia di questa icona ma anche alcune foto dal gioioso evento.
L’icona miracolosa della Santissima Madre di Dio “Gherontissa[1]”
L’immagine miracolosa della Santissima Madre di Dio “Gherontissa” si trova nel Monastero del Pantocratore[2] sul Monte Athos.

Non conosciamo l’origine esatta dell’icona, anche se probabilmente si tratta di un dono al Monastero da parte del suo fondatore, l’imperatore bizantino Alessio I Comneno. Alcuni studiosi ritengono che la “Gherontissa” sia una copia del famoso mosaico raffigurante la Santissima Madre di Dio, molto venerata col titolo greco di “Gorgoepíkoos” (cioè “che esaudisce rapidamente”), presente al Monastero del Pantocratore a Costantinopoli. Secondo un’antica tradizione monastica, il primo miracolo della “Gherontissa” avvenne durante la costruzione del Monastero stesso, a circa cinquecento metri dagli edifici attuali. Una notte, sia l’icona che tutti gli strumenti dei costruttori scomparvero e al mattino furono ritrovati nel luogo dell’attuale ubicazione del Monastero. E questo si ripeté più volte, finché alla fine fu chiaro che la stessa Santissima Madre di Dio stava scegliendo proprio quel punto per la costruzione del suo Monastero. Il nome dell’icona, che in greco significa “anziana” o “abbadessa”, indica che la stessa Madre di Dio è la guida spirituale del Monastero del Pantocratore.
La storia dell’apparizione di questo titolo è collegata ad un miracolo. Il pio abate del Monastero del Pantocratore si era ammalato e, ricevuta la rivelazione della sua dipartita, chiese di officiare una Divina Liturgia e di poter ricevere la santissima e vivificante Comunione. Ma il sacerdote aspettava e sembrava non avere fretta nell’esaudire questa richiesta del malato, finché non sentì una voce provenire dall’icona della Madre di Dio (che era allora posta sull’altare), che lo esortava a compiere immediatamente la volontà dell’abate. Lo ieromonaco spaventato si affrettò ad adempiere al comando della Madre di Dio: iniziò la Liturgia e comunicò l’abate morente, dopodiché quello se ne andò in pace al Signore. Da allora, l’icona della Santissima Madre di Dio fu chiamata “Gherontissa”, proprio perché protegge gli anziani/abati (in greco gherontas).
Durante la dominazione turca dei Balcani, il Monastero fu attaccato dai saraceni. Un musulmano che aveva cercato di fare a pezzi l’icona per accendere in modo blasfemo la sua pipa, fu colpito da cecità. Così i suoi compagni gettarono l’icona in un pozzo non lontano dal Monastero. La “Gherontissa” rimase là per 80 anni, finché non venne ritrovata dai monaci dell’Athos. La sua localizzazione fu loro indicata dai parenti di quel musulmano cieco, che si era pentito prima della sua morte e aveva ordinato alla sua famiglia di andare all’Athos ad aiutare i monaci a ritrovare l’icona miracolosa. Adempiendo alla sua volontà, i parenti arrivarono al Monte Athos e indicarono ai monaci il luogo dove era stata gettata la santa icona che venne così estratta dal pozzo.
Un altro incredibile miracolo avvenne nel XVII secolo. Una carestia così grave aveva colpito il Monastero che i monaci avevano iniziato gradualmente ad abbandonarlo. L’igumeno esortava tutti a chiedere aiuto alla Madre di Dio e lui stesso pregava con fervore. E la Santissima Madre di Dio non deluse le sue speranze! Una mattina i monaci si accorsero che dalla dispensa dove in quel momento c’erano solo vasi vuoti, usciva dell’olio. Quando vi entrarono, rimasero sbalorditi: da un’anfora, l’olio colava continuamente. I monaci ringraziarono la Santissima Madre di Dio per l’intercessione e l’aiuto immediato e, in ricordo di questo evento, sull’icona venne raffigurata un’anfora traboccante d’olio.
Sull’icona miracolosa “Gherontissa” è rappresentata la Santissima Madre di Dio in piedi in preghiera. Il suo aspetto non lascia nessuno indifferente, trasmettendo ai pellegrini un sentimento di gioia, speranza, consolazione e pace interiore.
Inizialmente la “Gherontissa” si trovava sull’altare della chiesa principale del Monastero, ma dopo il miracolo legato alla morte del pio abate, fu collocata sulla colonna nord-orientale, una di quelle che regge la cupola: in questo modo anche i pellegrini che si recano al Monastero possono inchinarsi a lei.
La “Gherontissa” è ricoperta da una tunica d’argento: secondo la tradizione, l’immagine fu ricoperta da questa tunica per volere della stessa Madre di Dio. L’argentatura venne eseguita grazie ad una donazione fatta da una ricca nobildonna di Costantinopoli.
La Madre di Dio compì un altro miracolo durante il terribile incendio del 2 dicembre 1948: sul Monastero apparve una nuvola, piovve a dirotto e il fuoco si spense.
Molti miracoli e guarigioni sono stati compiuti e continuano a verificarsi grazie alle preghiere davanti all’icona miracolosa della Madre di Dio “Gherontissa”. La Santissima Madre di Dio ha mostrato ripetutamente la sua cura speciale per gli anziani/abati morenti, guarendoli da varie malattie, compreso il cancro.
Copie della “Gherontissa” si trovano in molte chiese della Grecia e si sa che lei guarisce dall’infertilità, allevia il parto e fornisce un chiaro aiuto negli studi.
In Russia divenne famosa una copia miracolosa della “Gherontissa”, situata nella Lavra dell’Assunzione di Počaïv. Fu commissionata all’Athos da Modesto (Strelbitski), arcivescovo della Volinia e di Žytomyr (1889-1902). Dopo l’arrivo a Žytomyr, l’icona fu solennemente portata a Počaïv. Il 30 maggio 1891, dopo la Liturgia nella Festa dell’Ascensione del Signore, l’icona fu collocata sull’altare della Cattedrale della Dormizione, sul lato destro. Prima degli uffici, i monaci della Lavra chiedono la benedizione alla Madre di Dio davanti a questa icona.
Un’altra copia dell’icona miracolosa si trova al Monastero femminile di Novo-Tikhvin a Ekaterinburg. È stata dipinta all’Athos e ricoperta con una tunica in Grecia.
Dal 7 febbraio 2022 una copia dell’icona si trova anche in Italia, nel Monastero Ortodosso del Cristo Pantocratore di Arona.
Festa: il 4 (17) aprile e il 2 (15) dicembre.
Tropario, tono 4:
Come stella luminosa,
risplendette, miracolo divino,
la Tua santa immagine, o Liberatrice,
dei raggi della Tua grazia e misericordia,
illuminando nella notte la tristezza presente.
Dona anche a noi, o Vergine tutta buona,
liberazione dalle disgrazie,
guarigione dai disturbi dell’anima e del corpo,
salvezza e la grande misericordia.
Contacio, tono 8:
Alla Tua icona, o Santissima Signora,
nelle difficoltà ci avviciniamo con fede:
Tu che, per la Tua intercessione, liberi da tutti i mali,
come Madre del Cristo Dio,
libera anche noi dalle circostanze feroci,
temporanee ed eterne, e lascia che Ti diciamo:
gioisci, nostra Liberatrice di ogni afflizione.
[1] Il nome Gherontissa (in greco Γερόντισσα) è il femminile della parola Gherontas (in greco Γέροντας) che designa l’Anziano, simile al termine russo Starets (Старец), che può essere sia l’igumeno (abate) di un monastero che un monaco particolarmente dedito alla vita ascetica. Come ricorda Dostoevskij: “Lo starets è qualcuno che prende la vostra anima e la vostra volontà e le assimila nella propria anima e nella propria volontà […] al punto di potere alla fine raggiungere, con una vita di obbedienza, la libertà assoluta, cioè la libertà dal proprio “io”, e sfuggire così alla sorte di chi ha vissuto una vita intera senza ritrovare se stesso” (F. Dostoevskij, I fratelli Karamazov). L’equivalente femminile è appunto Gherontissa (abbadessa).
[2] Il Santo Monastero del Pantocratore si trova sulla costa orientale della penisola del Monte Athos e occupa il 7° posto nella gerarchia dei monasteri dell’Athos. Fu fondato nel 1363 da due fratelli, Alessandro e Giovanni con l’aiuto dell’imperatore Giovanni V Paleologo. I due fratelli, prima di dedicarsi a vita monastica, furono comandanti militari al servizio di Bisanzio. Venne chiamato Monastero del Pantocratore in ricordo del mausoleo e monastero fatto costruire a Costantinopoli da Giovanni II Comneno, che portava lo stesso nome. La chiesa centrale del Monastero (il Katholikòn) è dedicato alla Trasfigurazione del Signore (Festa celebrata il 6 agosto). All’interno della chiesa, sulla colonna sinistra ad Est si trova l’immagine della Madre di Dio, raffigurata intera e rivestita con un abito d’argento.







