Archim. Ioann (Krestiankin): Omelia per la festa dell’Ingresso nel Tempio della Santissima Madre di Dio

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo!

Oggi nel tempio di Dio chiaramente si manifesta la Vergine, e a tutti preannuncia Cristo…

Gli Angeli, vedendo l’ingresso della Tutta Pura, si stupirono: «Come mai la Vergine entra nel Santo dei Santi?»

Purezza e santità, luce e gioia: ecco la soave fragranza della festa e della celebrazione odierna. Sui gradini del santuario dell’antica Legge, il Tempio di Gerusalemme, viene posta una Bambina di tre anni, più grande del Santo dei Santi, esultante e piena di gioia. I Suoi genitori anziani e giusti, Gioacchino e Anna, e un coro di fanciulle con candele accese, «cantando, danzando e giubilando», accompagnano Colei che viene offerta a Dio. Il Sommo Sacerdote Zaccaria, padre del Precursore, rapito da sacro stupore, «avendola benedetta, la accolse» e, per speciale rivelazione divina, la introdusse nel Santo dei Santi.

Pochi eventi, ma quanto gioioso, memorabile e significativo è questo giorno! Perché esso divenne festa, tra le dodici grandi solennità? Perché l’Ingresso nel Tempio della Santissima Vergine è un anello necessario nella catena della divina Provvidenza per la salvezza del mondo.

Con questo avvenimento finisce il secolare estraniamento dell’uomo da Dio e la sua schiavitù al peccato.

Il Santuario del Tempio di Gerusalemme, dove Dio abitava e manifestava la Sua presenza, inaccessibile a chiunque eccetto al Sommo Sacerdote e solo una volta all’anno, quando egli vi entrava con il sangue del sacrificio per i peccati del popolo, oggi si apre per grazia a una Fanciulla eletta da Dio, Figlia dell’umanità. E la Santissima Vergine entra nel Santo dei Santi portando invisibilmente in Sé una grande offerta: una nuova vittima vivente – Cristo, Dio e Uomo.

Il Tempio dell’Antica Alleanza accoglie in sé il seme della vita nuova: la Fanciulla di Dio in cui germoglierà e crescerà la Nuova Alleanza salvifica tra Dio e l’umanità. L’antico tempio di Dio accoglie l’Arca viva della Nuova Alleanza, il tempio animato del Salvatore, il preziosissimo tabernacolo, la Vergine – sacro tesoro della gloria divina.

Con l’ingresso nel Tempio della Fanciulla eletta giunge il tempo in cui la benevolenza di Dio ritorna agli uomini: essi si accosteranno a Lui come al proprio Padre celeste, poiché il Figlio di Dio diviene Figlio della Vergine; la grazia annuncia la riconciliazione con Dio, e l’accesso al cielo si apre a tutti coloro che lo desiderano.

E con questo ingresso si possono per la prima volta pronunciare le parole: «Le Tue cose dalle Tue cose, a Te offriamo».

Dono di Dio agli uomini è la Santissima Vergine, frutto della preghiera dei genitori anziani: e tramite Lei – Cristo – ritorna da parte degli uomini a Dio come dono e sacrificio gradito e profumato.

Con questo ingresso, presagendo il grande cambiamento del mondo, si può intonare per la prima volta il canto di gioia e speranza:
«Cristo nasce, glorificatelo! Cristo scende dal cielo, incontratelo!»

Con l’ingresso nel Tempio della Madre di Dio avviene un miracolo: il cielo si unisce alla terra, l’eternità entra nel tempo, santificandolo per l’eternità.
«Oggi è la prefigurazione della benevolenza di Dio e l’annunzio della salvezza degli uomini».

Così grande è questo giorno, unico e irripetibile: è il giorno dell’inizio della Nuova Alleanza di Dio con l’uomo sulla terra.

Mancavano pochi anni alla venuta nel mondo di Cristo Salvatore, e il Tempio era chiamato a nutrire e formare, nella più grande santità e purezza, l’anima sensibile e infantile della Fanciulla di Dio, colmandola di divinità e preparando in Lei lo stesso Mistero dell’Incarnazione.

Di giorno in giorno la Santissima Vergine cresceva nel Tempio di Dio nelle forze del corpo e dello spirito. Le forze dello spirito si formavano, crescevano e si fortificavano nella conversazione angelica, nella preghiera rivolta a Dio e nelle opere compiute per Dio. Le forze del corpo erano sostenute dal nutrimento celeste portato dall’Arcangelo. E Zaccaria, che non poteva entrare quotidianamente nel Santo dei Santi, ascoltava con stupore e tremore la conversazione della Vergine con l’Arcangelo nel Santuario. Non trovando nulla di simile nelle manifestazioni angeliche ad altri uomini, si confermava nel pensiero che fosse giunto il tempo del compimento dell’attesa universale: dalla Benedetta verrà la salvezza, dalla Donna – il Promesso, dalla Vergine – Dio.

Maria, nutrita dalla grazia divina, perdendo negli ultimi anni della sua vita nel Tempio l’unico legame terreno – i suoi genitori giusti – fece voto a Dio di conservare la verginità fino alla fine della sua vita e di rimanere serva del Signore, dedicandosi in tutto e sempre alla Sua volontà.

«Ecco la serva del Signore: avvenga di me secondo la tua parola» (Lc 1,38).

Il suo cuore, donato a Dio, divenne tempio non fatto da mano d’uomo, dimora di Dio. E presto, molto presto, Cristo, Suo Figlio e Figlio di Dio, verrà a confermare la legittimità di questo nuovo tempio non fatto da mano d’uomo, del quale Egli stesso sarà il fondamento:

«Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se qualcuno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui, perché santo è il tempio di Dio, che siete voi» (1 Cor 3,16-17).

E con questo rinnovamento del tempio di Dio, non soltanto a Gerusalemme si adorerà il Signore, ma nello Spirito e nella verità, ovunque si trovi un cuore umano fedele e amante di Dio.

Perciò, in questo grande giorno della festa, dobbiamo comprendere che la via verso il Cielo, aperta allora agli uomini, è la stessa anche oggi: comincia sulla soglia del tempio di Dio fatto da mani d’uomo, quando attraverso il battesimo l’uomo viene offerto a Dio e diviene tempio non fatto da mani d’uomo, e lo Spirito di Dio abita in lui. E il nostro cammino terreno deve passare attraverso il tempio, per essere allevati e crescere in esso, affinché si compia infine nel Santuario divino, nel cielo, dove Cristo stesso è entrato con il Suo Sangue per noi come Sommo Sacerdote dei beni futuri.

Il tempio di Dio è sempre stato, in ogni epoca, l’altare di Dio, che santifica le offerte e coloro che le offrono. Ancora nell’Antica Alleanza il Signore stesso benedisse il tempio come luogo della Sua presenza:
«Il cielo è il mio trono e la terra lo sgabello dei miei piedi: dov’è dunque la casa che potrete costruirmi?» (Is 66,1).

Il primo tempio di Dio, il santuario costruito da Salomone nel 1033 a.C., fu edificato per diretto comando di Dio:
«Ho santificato questo tempio… il mio Nome vi starà per sempre; i miei occhi e il mio cuore vi saranno tutti i giorni» (1 Re 9,3).
Magnifico e santo era il tempio del Signore a Gerusalemme, e in esso era l’Arca dell’Alleanza.

Il Tempio di Dio è sempre eternità: in esso vive tutto ciò che è stato dall’inizio del mondo e ciò che sarà fino alla seconda venuta del Signore. Nel Tempio tutto è vivo: passato, presente e futuro. Non c’è mistero della vita che la Chiesa – Tempio di Dio – non conosca.

Eppure perché i viventi non conoscono questi misteri? Perché anche chi sta nel tempio rimane cieco e sordo? Perché sono così pochi coloro che vedono e ascoltano?

Perché il primo Tempio di Gerusalemme perì e con lui la grande sua santità, l’Arca dell’Alleanza? Perché la grande santità del secondo Tempio – santificato dall’Arca vivente della Nuova Alleanza, la Santissima Vergine, e dalla presenza del Salvatore – ci ha lasciato solo la «Muro del Pianto»? Perché la «Nuova Israele, la Grande Russia», che per nove secoli edificò in sé la Casa di Dio, dovette conoscere, come l’antico Israele, la schiavitù settantennale, il desolante abbandono del sacro, la distruzione di tanti templi e monasteri?

La risposta a questi amari “perché” è nel Tempio e nella Sacra Scrittura.

Il Tempio custodisce la santità e la verità. Ma noi, per negligenza, durezza e incredulità, rendiamo questi tesori sigillati per noi.

Ecco cosa disse il Signore degli Eserciti quando il primo tempio era appena stato consacrato:

«Se voi e i vostri figli vi allontanerete da Me… e servirete altri dèi… Io sterminerò Israele dalla terra e respingerò il tempio che ho santificato…»
e chiunque passerà dirà:
«Perché il Signore ha agito così?»
E si risponderà:
«Perché hanno abbandonato il Signore… e hanno servito altri dèi: perciò il Signore ha riversato su di loro tutto questo male» (1 Re 9,6-9).

Non ascoltarono allora. Ascolteremo noi, ora che vediamo tutto compiuto?

L’allontanamento da Dio è la causa eterna di tutte le sventure.

Israele si allontanò da Dio, si piegò a dèi stranieri. Il Signore lo punì con la guerra e inviò il profeta Geremia per richiamare al pentimento: ma non ascoltarono. E Gerusalemme fu distrutta, il Tempio perì, l’Arca scomparve. La schiavitù babilonese di settant’anni fu la sorte dell’Israele peccatore.

Il secondo Tempio, meno glorioso, ma più grande per la santità futura, doveva ospitare la Fanciulla di Dio e il Cristo. E il profeta Daniele profetizzò la cessazione dei sacrifici, così come il Signore Gesù, piangendo su Gerusalemme:
«Non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata» (Lc 19,44).

E quell’ultimo lamento del Signore risuona ancora:
«Gerusalemme… quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli… e non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi è lasciata deserta» (Mt 23,37-38).

Parole terribili… compiute. Perché gli uomini non vollero essere di Dio.

Nel medesimo Tempio crebbero Colei che è più grande del Santo dei Santi e i discepoli di Cristo, ma nello stesso Tempio vivevano coloro che uccisero il sacerdote Zaccaria, il Precursore Giovanni e crocifissero Cristo.

Vediamo: l’uomo può essere collaboratore di Dio o distruttore delle opere di Dio. Attenzione, fratelli: si può essere nel Tempio ma senza Dio.

E Dio castiga per il disprezzo del Tempio e la mancanza di devozione. A volte per decenni durano i castighi salvifici, per ricondurre il cuore a Dio. E l’ultimo monito risuona nella parabola dei vignaioli:
«Vi sarà tolto il Regno di Dio e dato a un popolo che ne produca i frutti» (Mt 21,43).

Ora che ricostruiamo molti templi, non dimentichiamo il Tempio principale della Nuova Alleanza: il nostro cuore, chiamato a servire Dio in Spirito e verità.

Siamo tornati da una lunga schiavitù, spiritualmente feriti, stanchi, malati. Siamo appena sulla soglia del Tempio. Esso ci santificherà solo se noi lo vogliamo.

Ecco le parole del Signore che oggi devono sostenerci:

«Riflettete bene sul vostro comportamento: seminate molto e raccogliete poco; mangiate ma non vi saziate… Chi guadagna, mette in una borsa bucata. Salite sul monte, portate legname e costruite il tempio… Aspettate molto, ed ecco, è poco… Perché? – Perché la Mia casa è in rovina, mentre ciascuno corre a casa propria. Per questo il cielo ha trattenuto la rugiada…» (Profeta Aggeo 1,5-10).

Siamo sulla soglia del Tempio: entriamo con il rinnovamento della conoscenza di Dio, mantenendo i voti fatti a Lui. Non solo i governanti determinano la storia: la responsabilità davanti a Dio è di tutti, di ciascuno.

La misericordia di Dio ci dà oggi un tempo di pentimento. L’amore di Dio sopporta le malattie della nostra incredulità. Il Signore attende per raccoglierci sotto le Sue ali. Vogliamo la salvezza? Torniamo al Tempio con amore e desiderio: restituiamo a Dio il tempio del nostro cuore. E si apriranno le ricchezze della misericordia divina e si aprirà il cielo.

E la Santissima Vergine, la Fanciulla prescelta, Figlia degli uomini, che per prima ci aprì il cielo e divenne Madre dell’umanità sofferente, è sempre pronta con la Sua grazia a sostenerci e guidarci sulla via della salvezza, se ricorriamo a Lei con fede e amore.

Ti magnifichiamo, o Santissima Vergine, Fanciulla eletta da Dio, e veneriamo il tuo ingresso nel Tempio del Signore. Amen.


Pronunciato il 21 novembre (4 dicembre) 1994

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