Preparare la Via al Signore: Riflessioni sul Digiuno della Natività

Per i fedeli che seguono il Vecchio Calendario (Giuliano), il cammino verso la Grotta di Betlemme è appena iniziato.

Oggi siamo entrati in uno dei periodi liturgici più significativi dell’anno: il Digiuno della Natività. Sebbene questo periodo non sia ascetico quanto la Grande Quaresima pasquale — ci sono infatti concessioni per mangiare il pesce durante i fine settimana e in determinate festività — rischiamo spesso di sottovalutarne la portata spirituale.

Spesso ci limitiamo a seguire le regole alimentari senza chiederci il vero “perché”. Eppure, i Santi Padri erano categorici su questo punto: alcuni arrivarono a dire che non ci si può nemmeno definire Cristiani se non si digiuna. Non è un optional, ma un fondamento della nostra identità.

Non solo “Cosa”, ma “Quanto” e “Come”

Il digiuno non riguarda solo ciò a cui rinunciamo, ma anche la quantità di cibo che consumiamo e la qualità della nostra alimentazione.

Quando si inizia a digiunare per la prima volta, è comprensibile e accettabile cercare dei “sostituti”: prodotti che imitano la carne o formaggi vegetali alternativi. Ma per chi vuole progredire nella vita spirituale, è importante andare oltre questa logica di sostituzione. Se ami gli hamburger e li sostituisci semplicemente con un burger vegetale, o se cerchi disperatamente un’alternativa alla mozzarella per la tua pizza, forse stai mancando il punto essenziale.

Il vero spirito del digiuno risiede nella semplicità.
Un approccio più maturo consiste nel:

  • Limitare la quantità di cibo.
  • Scegliere alimenti semplici e naturali.
  • Preparare zuppe di verdure fatte in casa.
  • Mangiare pane semplice (senza burro) e molte verdure.

Ricordiamo anche che la Chiesa, nella sua saggezza, permette i frutti di mare (crostacei, molluschi) durante i periodi di digiuno. Quindi, nei momenti in cui si sente il bisogno di qualcosa di più sostanzioso, questi alimenti sono permessi e si inseriscono nella disciplina del digiuno.

Svuotarsi per fare spazio a Dio

Perché facciamo tutto questo prima di ogni grande festa della Chiesa? Perché è un digiuno preparatorio.
Il fine ultimo non è la dieta, ma fare spazio al Signore. Dobbiamo svuotare noi stessi (“kenosis”) per poter essere riempiti dalla Sua Grazia.

Come il Signore disse ai suoi discepoli, certe vittorie spirituali si ottengono solo con “la preghiera e il digiuno”. Entriamo in questo periodo per andare più a fondo nella nostra fede, per incontrare Dio in un modo nuovo, allontanandoci dalle distrazioni della vita sociale, dal lavoro frenetico e dalle abitudini che spesso ci portano fuori strada. È il momento ideale per rivedere la nostra relazione con Dio.

Un Digiuno nella Gioia

Infine, un aspetto cruciale: non dobbiamo essere tristi.
Il digiuno non è un tempo per “tenere il muso” o lamentarsi delle privazioni. Come cristiani, come potremmo non essere gioiosi mentre ci avviciniamo alla nascita del Salvatore?

L’atteggiamento non deve essere: “Non posso mangiare carne, che peccato”, ma piuttosto: “Scelgo di non mangiare carne perché voglio preparare la via al Signore nel mio cuore”. Rifocalizziamo la nostra mente e il nostro cuore sulle cose di Cristo.

Che Dio vi benedica mentre proseguite in questo cammino del Digiuno della Natività. Se lo vivremo con impegno e gioia, quando arriveremo alla celebrazione della Natività del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, gusteremo i cibi della festa e la gioia della comunione come mai prima d’ora.

Buon cammino a tutti.

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