Dagli insegnamenti dell’Anziano Emiliano Simonopetrita
Nella vita quotidiana, quando qualcuno ci respinge o è adirato con noi, facciamo di tutto per ristabilire il rapporto: ci avviciniamo, chiediamo spiegazioni, offriamo doni per addolcirlo, cerchiamo di capire i suoi desideri per amarlo e farci amare. E facciamo tutto questo per un uomo mortale, forse persino peccatore.
Con quanta maggiore ragione dovremmo comportarci così con un Santo?
L’Anziano Emiliano di Simonopetra ci invita a riflettere sulla necessità vitale di stabilire una relazione personale e viva con i Santi. Non si tratta di una devozione distante, ma di un legame che ci porta tranquillità e familiarità nel chiedere ciò di cui abbiamo bisogno.
La Legge Spirituale: Condividere la Fatica
Il Santo non è un distributore automatico di grazie. Egli ha combattuto, si è affaticato per Cristo e ha vissuto il “martirio” della coscienza o del sangue. Per questo motivo, una legge spirituale esige che non rubiamo i suoi segreti senza partecipare alla sua fatica.
Il Santo desidera che comprendiamo le sue prove ascetiche. Egli sa per esperienza che Dio è pronto ad arricchirci, ma vuole che anche noi “sudiamo” spiritualmente. Come ci ricorda l’Anziano: “Dobbiamo acquisire legami personali con i santi. Se non possiamo acquisirli con molti, almeno con uno. Meglio essere con qualcun altro piuttosto che soli.”
A chi rivolgersi? Gli Amici a portata di mano
Con chi dovremmo iniziare questa amicizia spirituale? L’Anziano ci offre indicazioni preziose e consolanti:
- Il Santo del nostro nome: Il nostro primo intercessore naturale.
- San Giovanni Battista: Definito “molto a portata di mano”, accessibile a tutti, persino a chi è lontano dalla fede.
- San Nicola: Il soccorritore rapido, che va anche dai peccatori e dai criminali per liberarli.
- La Madre di Dio: “Chi mai ha parlato alla Madre di Dio ed è fallito?” Lei è la consolazione sicura, invocata persino nell’inferno; quanto più ascolterà noi che siamo ancora in tempo per la salvezza?
Una Realtà Vivente: “Due occhi diventano quattro”
Non dobbiamo mai dimenticare che i Santi sono persone viventi che si trovano «nelle mani di Dio» (Sap 3,1). Operano attraverso lo Spirito Santo e gli angeli, e possono rendersi visibili e presenti.
L’Anziano Emiliano usa un’immagine potentissima per descrivere questa unione:
“Così, le due mani diventano subito quattro. I due occhi diventano quattro occhi. I due piedi diventano quattro piedi, il cuore diventa due cuori. E un altro vive insieme con me e domina e combatte per la mia salute, per le mie necessità.”
Questa presenza è tangibile. L’Anziano racconta di una persona anziana che, da bambina, rimasta sola nei campi di notte e terrorizzata, gridò: «San Nicola!». Immediatamente il Santo lo prese per mano e lo riaccompagnò al villaggio. I Santi sono della nostra stessa pasta: ci capiscono, sono indulgenti e desiderano venire da noi.
L’Intercessione e la Divina Illuminazione
Possiamo chiedere tutto ai Santi, ma la richiesta suprema deve essere la divina illuminazione. Sebbene possiamo vivere senza molte cose materiali, non possiamo vivere senza la conoscenza di Dio, che sostiene le nostre cellule e ci salva.
Poiché i Santi vedono Cristo e sono pieni della luce dello Spirito Santo, diventano per noi fonte di illuminazione. “Se ho due tuniche, Dio mi obbliga a dartene una,” spiega l’Anziano, “Il Santo, che ha tanta ricchezza proveniente dall’illuminazione di Dio, non ce la darà forse anche a noi?”
E anche se temiamo che la nostra preghiera sia vana, dobbiamo ricordare le parole di Sant’Efrem Katunakiota citate dall’Anziano: “Mai una preghiera è vana; e allora sarà vana l’intercessione di un santo che sta faccia a faccia all’altare di Dio?” Un’intercessione non è mai perduta. Anche un solo successo, una singola esperienza della grazia, può nutrire la nostra anima per cinquant’anni.
Non pregano per noi, ma con noi
Infine, l’insegnamento più profondo: i Santi non restano a guardare.
Quando ci inginocchiamo nella nostra cella o in chiesa, il Santo si inginocchia insieme a noi. Suda con noi, soffre con noi. La sua non è una lotta angosciosa, ma una partecipazione amorevole alla nostra vita.
“Fai una piccola chiamata alle armi e costringi tutti i santi a inginocchiarsi insieme con te.”
Non siamo mai soli nella nostra lotta. Abbiamo i nostri propri intercessori, amici potenti e vivi, pronti a unire le loro mani alle nostre.
Tratto in base al: Arhimandrit Emilianos Simonopetritul, Cuvânt despre ascultare și priveghere, 2011
