San Giorgio di Drama – 4 novembre

VITA DEL SANTO E VENERABILE PADRE NOSTRO GIORGIO IL NUOVO CONFESSORE DI DRAMA (1901 – 1959)

La cui memoria la Chiesa celebra il 4 novembre


I. NASCITA E INFANZIA

Nell’anno del Signore 1901, in Argiropoli del Ponto (oggi Gümüșhane, Turchia), terra di martiri e generatrice di santi, nacque un bambino da pii genitori, Sava e Sofia Karslidis. Nel santo Battesimo gli fu dato il nome di Atanasio, in memoria del grande Padre della Chiesa.

Ma Dio, nei suoi imperscrutabili disegni volendo plasmare un’anima angelica, permise che il fanciullo rimanesse orfano di entrambi i genitori fin dalla più tenera età. Così l’educazione del piccolo Atanasio fu affidata, insieme a un fratello maggiore e una sorella, alla devotissima nonna paterna, la quale seminò nei loro cuori l’amore per Dio e per i sacri uffici della Chiesa, conducendoli talvolta in pellegrinaggio al celebre Monastero di Panaghia Sumela nel Ponto, allora fiorente centro monastico.

Quando la nonna morì, gli lasciò come benedizione un’icona, in forma di engolpion pettorale, della Madre di Dio, dalla quale il santo non si separò mai per tutta la vita. Egli partì insieme al nonno dalla città natale verso Erzurum (Turchia), e poi verso Tbilisi (Georgia).

II. L’INGRESSO NELLA VITA MONASTICA

Pieno di divino desiderio, il giovane Atanasio entrò nella comunità del monastero georgiano del Nuovo Athos. Là imparò la lingua georgiana, ma soprattutto si sforzò di acquisire l’obbedienza, l’umiltà, la pazienza, la veglia e la preghiera.

Nell’anno 1917 i bolscevichi giunsero al monastero, impiccarono tutti i chierici, e gli altri membri della comunità che non vollero rinnegare la fede li legarono gli uni agli altri presso una fossa comune e li fucilarono. Per la cura provvidente di Dio, il devoto novizio e alcuni altri scamparono alla morte.

Il 20 luglio 1919 fu tonsurato monaco con il nome di Simeone, ma poco dopo fu imprigionato e torturato spietatamente dagli atei. A causa delle gravi sofferenze i suoi denti caddero e le sue gambe furono gravemente danneggiate. Nel 1923 fu liberato e si trasferì a Suhumi (regione di Abkhazia), e l’8 settembre 1925 fu ordinato presbitero da un gerarca georgiano, che gli cambiò il nome in Giorgio.

III. I CARISMI E IL MINISTERO SPIRITUALE

Benché giovane, il santo ricevette da Dio il dono del retto giudizio e della preveggenza, per cui era onorato dai fedeli ortodossi georgiani, russi e greci.

IV. L’ARRIVO IN GRECIA

Il venerabile Giorgio partì per la Grecia nell’anno 1929 e si stabilì nel villaggio di Sipsa (oggi Taxiarhes), presso Drama, dove, benché soffrisse alle gambe, svolse una ricca opera spirituale tra i fedeli, avvicinandoli alla Chiesa e istruendoli, specialmente attraverso il Sacramento della Confessione, al quale attribuiva particolare importanza.

Nel 1936 viaggiò come pellegrino in Terra Santa, preso dal desiderio di vedere i luoghi dove Cristo Signore compì la salvezza del mondo. Tornato a Sipsa, il venerabile Giorgio decise di costruire un monastero dedicato all’Ascensione del Signore, erigendo una modesta chiesa e alcune abitazioni nell’anno 1939.

V. LA VITA ASCETICA E L’INSEGNAMENTO

Da questo periodo della sua vita si conoscono le testimonianze più numerose dei suoi figli spirituali. Il santo chiedeva ai discepoli di confessarsi e digiunare prima di ricevere la Santa Comunione. Innumerevoli testimonianze mostrano che, attraverso il dono ricevuto da Dio, il santo ricordava ai confessandi i peccati che avevano dimenticato o si vergognavano di confessare. Non ammetteva alla Comunione coloro che avevano peccati gravi, coloro che non compivano la penitenza data dal padre spirituale, coloro che erano vestiti indecentemente, ma soprattutto coloro che erano in lite con qualcuno o facevano ingiustizia al prossimo.

Il venerabile Giorgio era un grande asceta. Non parlava molto, ma era molto serio e modesto. Dormiva poche ore su una stuoia stesa su assi di legno. Benché i suoi abiti fossero vecchi e rattoppati, erano sempre puliti. Non mangiava mai carne, e pesce molto raramente. Benché soffrisse di anemia e di altre infermità corporali, riceveva quotidianamente i fedeli, e ogni notte pregava in chiesa dalla mezzanotte fino al mattino, celebrando spesso la Divina Liturgia prima dell’alba. Molti discepoli testimoniano lo splendore del volto del santo durante la Divina Liturgia. Talvolta, la domenica, mandava qualcuno ad andare per le case dei fedeli per chiamarli a lasciare il lavoro e venire alla Divina Liturgia. Insegnava ai fedeli a fare correttamente il segno della santa croce e a mantenere il silenzio in chiesa.

VI. I MIRACOLI E LA PROTEZIONE DIVINA

Il santo compì numerose guarigioni, che cercava di nascondere con umiltà. Attraverso il carisma della preveggenza profetizzò l’inizio della Seconda Guerra Mondiale e della Guerra Civile in Grecia, ma durante questi eventi, con preghiere lacrimose, il santo protesse il monastero e tutti i fedeli dei dintorni, che non ebbero a soffrire.

VII. IL BEATO TRANSITO

Nell’anno 1959 preannunciò la propria fine, manifestandola più volte ai discepoli più vicini. All’alba del 4 novembre, dopo aver pregato davanti all’icona della Madre di Dio, recitando la preghiera: “Apri a noi la porta della misericordia…”, il venerabile confessore Giorgio rese l’anima nelle mani del Salvatore Cristo. Dopo tre giorni il corpo del santo, intatto dalla corruzione, fu sepolto presso la sua fondazione dal metropolita Filippo di Drama.

VIII. LA GLORIFICAZIONE

Numerose guarigioni e apparizioni miracolose si compirono anche dopo il passaggio del santo alle cose eterne. Le sue reliquie, profumate, furono rinvenute il 9 febbraio 2006 dall’Eminentissimo Padre Pavlos, Metropolita di Drama.

La canonizzazione del santo Giorgio fu compiuta dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli il 18 marzo 2008, stabilendo come giorno di commemorazione il 4 novembre, giorno del suo passaggio alle cose eterne.

IX. MIRACOLI RECENTI

Il miracolo del Cipriota di Limassol

Da circa due anni un uomo di Limassol soffriva di gravi problemi di salute. Durante il sonno pativa frequenti interruzioni della respirazione. Il problema era così severo che non poteva più dormire bene, e a causa della mancanza di sonno non riusciva più a lavorare ed era pericoloso che guidasse. Tutto questo stress gli aveva causato anche una forma di depressione.

Aveva consultato diversi medici che gli avevano prescritto vari farmaci, senza però ottenere i risultati sperati. Recatosi al Monastero del Venerabile Giorgio – poiché là era monaca una sua parente che gli aveva donato due corde di preghiera – una monaca lo condusse davanti al capo del santo per la benedizione, dove si compì un miracolo straordinario.

Mentre si trovava nella cella a riposare, fu chiamato dalla madre che faceva da guida, per seguirla in chiesa. Là, dal capo del santo emanava una fragranza sottile e particolare. Si inchinò, commosso, e sentì come la fragranza penetrasse dentro di lui. Rimase stupito, pieno di meraviglia. Una monaca gli disse semplicemente: “Quando vuole, diffonde fragranza; ora si è diffusa fino a qui”. Toccato da quanto accaduto, tornò nella cella e lesse il paraclissi del santo. Da quel momento si verificò un cambiamento nella sua respirazione, i polmoni funzionavano di nuovo correttamente. Sentiva che persino le corde di preghiera emanavano fragranza. Questo era accaduto al mattino.

Partì dal monastero con una respirazione normale e con il sentimento che la benevolenza del santo rimanesse in lui in modo particolare. Da allora si allontanarono anche lo stress, la depressione e la sonnolenza. Gli esami medici successivi mostrarono una situazione molto buona, e da allora non gli capitò più di avere alcuna interruzione della respirazione durante il sonno. Questo fatto inspiegabile razionalmente gli diede grande consolazione e fortificazione. Non era un semplice entusiasmo o una gioia momentanea, che spesso accadono a molti, ma qualcosa di profondo, vero e unico. Sentiva di essere stato beneficato dal Venerabile Giorgio e, al tempo stesso, si sentiva profondamente in debito verso di lui.

Il miracolo della figlia iperattiva

Lo stesso fratello cipriota, padre di cinque figli, ebbe un’altra commovente intercessione del santo nella vita della sua famiglia. La figlia maggiore, fin da piccola era iperattiva, molto esigente e poco collaborativa. I medici non riuscivano a formulare una diagnosi precisa, gli specialisti ritenevano che avesse alcuni disturbi emotivi. Durante l’adolescenza aveva sofferto anche di anoressia, dimagrendo molto. Aveva anche molti problemi con le materie scolastiche; non voleva più prendere medicine, e quando le prendeva, le causavano gravi effetti collaterali.

Quando il padre si recò al monastero per il suo problema, pregò caldamente il santo anche per sua figlia. La madre superiora gli consigliò di prendere dell’acqua benedetta che si trovava vicino alle sante reliquie e di portarla a sua figlia. Al ritorno a Cipro, commissionò un’icona del santo e la donò alla chiesa parrocchiale. Diede da bere alla figlia l’acqua benedetta, e il cambiamento fu visibile già da quel giorno. Si trasformò: da vulcanica divenne tranquilla. La figlia diceva del santo: “Ho trovato il medico della mia anima”.

I genitori ebbero qualche dubbio, temendo che fosse una questione momentanea, ma la vita della ragazza conobbe da quel momento un nuovo inizio. La potenza del santo è grande e mirabile. L’intera famiglia cominciò ad amarlo molto, e alla sua commemorazione, il 4 novembre, andarono a ringraziarlo di cuore per i suoi abbondanti benefici.

Per le preghiere del santo venerabile Giorgio il Confessore, Cristo nostro Dio, abbi pietà di noi. Amen.

Lascia un commento