La venerazione ortodossa di San Giovanni Battista

Nella Chiesa Ortodossa, San Giovanni Battista è venerato al di sopra di tutti gli altri Santi e subito dopo la Madre di Dio, che è “più venerabile dei Cherubini e senza confronto più gloriosa dei Serafini”.

La grandezza e la venerazione di San Giovanni Battista, del quale al momento della sua concezione l’Arcangelo Gabriele profetizzò che sarebbe stato “grande davanti al Signore” (Lc. 1,14), si fondano su:

  1. la testimonianza diretta di Cristo,
  2. la sua austera vita ascetica, e
  3. la sua testimonianza di sangue.

San Giovanni Battista fu mandato da Dio “nello spirito di Elia” (Mt. 17,9-13) per preparare il popolo alla venuta del Messia promesso (Mal. 3,1). Nel suo ruolo di messaggero di Dio era chiamato a indicare al popolo il loro Redentore, l’“Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo” (Gv. 1,29).

Egli doveva anche battezzare il Messia atteso e profetizzato nel fiume Giordano, introducendo il nostro Signore nella Sua missione messianica (Mt. 3,13-15).

In questo modo il Battista fu l’ultimo dei Profeti dell’Antico Testamento (Mt. 11,13), unendo con la sua missione Antico e Nuovo Testamento. Fu anche il Precursore di Cristo, poiché preparò la via al Signore. Poiché battezzò Gesù, fu chiamato il Battista. Come messaggero (gr. angelos) di Dio, egli doveva annunciare l’arrivo del Regno dei Cieli nella persona di Gesù Cristo. Giustamente allora il Signore rese testimonianza a San Giovanni Battista: “Vi dico che fra i nati da una donna non c’è nessuno più grande di Giovanni” (Lc. 7,28).

A queste parole di esaltazione, San Teodoro Studita (+826) aggiunge: “Abbiamo bisogno noi di esaltare Giovanni Battista, quando fu così grandemente esaltato da Cristo stesso, che è la Verità e la Parola eterna di Dio?” (cf. P.G. 99, 748).


2. La seconda ragione della venerazione di San Giovanni fu la sua vita innocente e austera nel deserto, per la quale fu salutato dai Padri come un “angelo terreno in corpo umano” (San Sofronio, P.G. 87, 3340).

Ricolmo di Spirito Santo fin dal seno materno (Lc. 1,15), San Giovanni Battista trascorse tutti gli anni della sua giovinezza nel deserto, preparandosi con digiuno e preghiera alla sua missione unica.

Quando apparve nella regione del Giordano per predicare la penitenza, era vestito con una veste di peli di cammello (Mt. 3,1-6), che era l’abito tradizionale dei Profeti.

Giovanni uscì dalla sua solitudine come una “voce che grida nel deserto” (Gv. 1,23), predicando la riforma morale in preparazione alla venuta del Messia:

“Convertitevi, perché il Regno dei Cieli è vicino” (Mt. 3,2).

Radunò un gruppo di discepoli e, dopo averli introdotti alla vita ascetica, insegnò loro a pregare. In questo modo San Giovanni Battista fu fonte di ispirazione per i futuri Padri del Deserto, che lo considerarono come loro fondatore e vero modello di vita eremitica. Per citare ancora San Sofronio di Gerusalemme, San Giovanni Battista “andò nel deserto non per imitare gli uomini, ma gli angeli” (cf. P.G. 87, 3352).

I Padri del Deserto, colmi di questa grande ammirazione, furono i primi a promuovere la venerazione del Battista tra i popoli sia d’Oriente che d’Occidente.


3. La precoce venerazione di San Giovanni Battista fu accresciuta anche dalle ripetute scoperte delle sue reliquie, che Dio glorificò con numerosi miracoli.

La popolarità del Battista è attestata non solo da tutti gli Evangelisti, ma anche da uno storico ebreo contemporaneo, Giuseppe Flavio, che verso il 90 d.C. scrisse che a causa della popolarità del Battista, il re Erode Antipa temeva una rivolta del popolo. Egli continuò:

“Erode ordinò di uccidere questo Giovanni, soprannominato il Battista, sebbene fosse un uomo giusto e avesse incoraggiato il popolo giudeo a una vita virtuosa, mentre essi accorrevano a lui per essere battezzati. Egli li esortava a essere giusti gli uni verso gli altri e devoti a Dio” (cf. Antichità Giudaiche VIII, 5).

Dopo la decapitazione di San Giovanni, i discepoli presero il suo corpo e, secondo la tradizione orale, lo seppellirono nella città samaritana di Sebaste, fuori dalla giurisdizione di Erode (cf. San Girolamo, PL 25, 1156). Ben presto la tomba del Battista divenne una grande meta di pellegrinaggi, poiché Dio glorificava il suo fedele servo con molti miracoli. Per questo motivo l’imperatore Costantino il Grande (+337) ordinò che fosse costruita una magnifica basilica sulla tomba del Precursore a Sebaste.

Sfortunatamente, in un vano tentativo di restaurare il paganesimo, l’imperatore Giuliano l’Apostata (361-363) bruciò le venerabili reliquie e disperse le loro ceneri al vento (cf. Teodoreto, P.G. 82, 1092). Tuttavia, la tomba di San Giovanni Battista continuò a essere venerata fino alla sconfitta finale dei Crociati nel XII secolo.

Secondo un’altra pia tradizione, la venerabile Giovanna, moglie dell’amministratore di Erode, Cusa (Lc. 8,3), prese la testa di San Giovanni Battista e la seppellì sul Monte degli Ulivi, vicino a Gerusalemme.

Quasi 300 anni dopo, la venerabile testa fu ritrovata per la prima volta (confermata da un miracolo) e trasferita a Emesa, in Siria. Dopo qualche tempo gli eretici presero possesso della testa di Giovanni e la nascosero in un monastero. Nel 453 d.C. fu scoperta per la seconda volta nel monastero ariano di Spelaion, vicino a Emesa, e solennemente traslata a Costantinopoli.

Amiens, Francia

Durante le repressioni iconoclaste dell’VIII secolo, la venerabile reliquia fu portata da alcuni monaci e nascosta a Comana, in Ponto, dove morì San Giovanni Crisostomo (+407).

Durante il regno dell’imperatore Michele III, nell’857, fu scoperta per la terza volta e nuovamente portata solennemente a Costantinopoli, dove fu deposta nella chiesa del palazzo imperiale.

La testa di San Giovanni scomparve definitivamente durante la Quarta Crociata (1204 d.C.), quando fu portata dai crociati in Occidente. Attualmente varie chiese dell’Europa occidentale ne rivendicano il possesso. Sarebbe difficile provare quale sia autentica.


Le feste di San Giovanni Battista nella Chiesa Ortodossa

La venerazione di San Giovanni Battista è antichissima e divenne diffusa sia in Oriente che in Occidente fin dai primi secoli. Nella Chiesa Ortodossa ogni martedì è dedicato alla sua memoria, con alcune giornate commemorative speciali:

  • 7 gennaio – SINASSI DI SAN GIOVANNI BATTISTA, la più antica festa in sua memoria, come colui che “battezzò il nostro Signore nel fiume Giordano”.
  • 24 febbraio – PRIMO E SECONDO RITROVAMENTO DELLA VENERABILE TESTA, in memoria della prima scoperta della preziosa reliquia a Gerusalemme e poi, per la seconda volta, a Spelaion presso Emesa. Il 24 febbraio 457 la venerabile testa del Battista fu solennemente traslata a Costantinopoli e deposta nella chiesa del Precursore per la pubblica venerazione.
  • 25 maggio – TERZO RITROVAMENTO DELLA VENERABILE TESTA, poiché il 25 maggio 857 l’onorabile reliquia fu solennemente traslata da Comana a Costantinopoli.
  • 24 giugno – NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA, festa introdotta alla fine del IV secolo.
  • 29 agosto – DECAPITAZIONE DI SAN GIOVANNI BATTISTA, celebrata dal IV secolo, la cui data fu determinata come anniversario della dedicazione della sua chiesa a Sebaste. In solenne memoria della decapitazione di Giovanni, la Chiesa prescrive un digiuno rigoroso in quel giorno.
  • 23 settembre – CONCEZIONE DI SAN GIOVANNI BATTISTA, commemorata per la speciale intervento divino nella sua nascita (Lc. 1,5-25). La Chiesa cattolica romana abolì questa commemorazione alla fine del XV secolo.

La venerazione liturgica

La venerazione liturgica di San Giovanni Battista nella Chiesa Ortodossa ricevette la sua forma definitiva nel IX secolo. Esistono alcuni antichi stichirà in suo onore, forse già dalla fine del IV secolo. Ma i principali glorificatori di San Giovanni furono i celebri innografi bizantini dell’VIII secolo: San Germano di Costantinopoli (+733), Sant’Andrea di Creta (+740) e San Giovanni Damasceno (+749). Due innografi del IX secolo, la santa monaca Cassiana e i santi monaci dello Studion, contribuirono anch’essi alla venerazione liturgica del Battista.

Il più celebre encomio in onore di San Giovanni Battista appartiene a San Sofronio di Gerusalemme (+638), che fornì agli innografi espressioni elevate (cf. P.G. 87, 3321ss.).

Va ricordato anche il panegirico di Sant’Andrea di Creta, pronunciato nella festa della Decapitazione (cf. P.G. 97, 1109ss.), così come due elogi di San Teodoro Studita (+826) – uno per la Natività di Giovanni e un altro per la sua Decollazione (cf. P.G. 99, 747ss.).

Vi sono anche elogi più antichi a San Giovanni Battista, a partire da quello di San Giovanni Crisostomo (+407) e continuando con quelli di famosi oratori come Antipatro di Bostra (+ca. 458) e Basilio di Seleucia (+459). Tutti i Padri erano convinti che “lodare il Battista significava lodare Gesù, poiché egli rese una commovente testimonianza al nostro Salvatore!”

Fonte: johnsanidopoulos.com

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