San Giorgio il Pellegrino (Gheorghe Lazăr) – 17/30 agosto

San Giorgio nacque nel 1846 a Șugag, nella regione della Transilvania (all’epoca parte dell’Impero Asburgico), da genitori contadini. Fin dalla fanciullezza mostrò una fervente devozione: si nutriva poco, amava il digiuno e la preghiera silenziosa, prediligendo la solitudine, la recita continua dei Salmi e la meditazione nelle ore notturne in chiesa. Iniziò a memorizzare l’intero Salterio fin da piccolo.

All’età di 24 anni si sposò con Pelaghia Todescu, con la quale ebbe cinque figli. Pur adempiendo ai doveri coniugali, continuò una vita spirituale intensa, piena di fede, povertà liberamente scelta, carità verso i poveri e costante preghiera.

Nel 1883, con il consenso della moglie, intraprese il pellegrinaggio verso Gerusalemme, partendo a piedi fino a Costanza e poi via nave. Lì trascorse 40 giorni venerando il Sepolcro, partecipando più volte al giorno alle celebrazioni liturgiche. Visitò anche Betlemme, Gerico, il Giordano, Nazareth e il Monte Tabor.

Prima di questo pellegrinaggio, si sottopose a un duro esercizio spirituale di 40 giorni nel deserto dell’Egitto superiore, affrontando visioni demoniache, fame, sete e tormenti fisici. Durante le tentazioni, promise a Dio che avrebbe sempre camminato a capo scoperto e, quando gli furono tolti i sandali, accettò la vita scalzo per sempre.

A Gerusalemme, la sua candela si accese da sola, segno della divina accoglienza delle sue penitenze.

Al ritorno in patria, abbandonò la sua residenza fissa per vivere come un pellegrino apostolico attraverso Transilvania e Moldavia. Camminava descalzo e a capo scoperto, pregava nelle chiese di notte, digiunava frequentemente e recitava tutta lo Salterio ogni giorno.

Nel 1895 si stabilì a Piatra-Neamț, dove visse nella torre campanaria della chiesa di San Giovanni Domnesc. Qui accoglieva  con venerazione monaci, preti e laici. Non dormiva più di tre ore a notte, dopodiché vegliava in preghiera e compiva centinaia di inchini. Di giorno, distribuiva pane ai poveri e dava conforto spirituale a chi ne aveva bisogno.

Diversi episodi miracolosi caratterizzano la sua vita:

Un convoglio ferroviario si rifiutò di partire finché non fu richiamato: “L’hanno fatto scendere dal treno? Allora non parte finché non lo richiamano. È un uomo santo.”


Riuscì a salvare una giovane ebrea in travaglio: “Apriti, con Dio e con la Madre di Dio!”, disse, e la donna partorì in modo felice. Dopo tutta la famiglia ricevette il battesimo.

Amava il Salterio, che leggeva e recitava costantemente, anche per strada; la sua copia personale è ora conservata nel tesoro del monastero di Văratec.

Secondo i suoi discepoli, era un modello vivente di pace interiore, tenendo ritmicamente la vita in adorazione e mortificazione, affinché gli altri potessero trarre frutto da lui.


Quando intuì il momento della sua morte, affermò che sarebbe coincisa con un periodo di turbamento per il popolo, ma che sarebbe seguito da festa e suono di campane. Morì il giorno della Dormizione della Madre di Dio, e furono rivolti a lui sentiti onori. Il suo corpo fu sepolto nella corte di Stefano il Grande, vicino a Văratec, secondo quanto raccontato.

È stato canonizzato dal Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Rumena il 5 ottobre 2017, e la proclamazione ufficiale avvenne il 25 marzo 2018.

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