L’11 luglio, la Chiesa Ortodossa celebra con gioia e reverenza la memoria di San Sofronio di Essex, uno dei più grandi teologi e padri spirituali del nostro tempo, glorificato ufficialmente nel novero dei santi il 23 ottobre 2019 dal Patriarcato di Costantinopoli.
Una vita al servizio di Dio
San Sofronio (Sacharov) nacque nel 1896 a Mosca. Fin da giovane si dedicò all’arte, studiando presso la Scuola Statale di Belle Arti. Tuttavia, il desiderio di Dio lo portò oltre la bellezza materiale, conducendolo sulla via della teologia e della preghiera. Dopo un breve periodo al celebre Istituto Teologico Saint Serge di Parigi, nel 1925 si trasferì al Monte Athos, dove entrò nel Monastero di San Panteleimone.
Lì conobbe San Silvano l’Atonita, di cui divenne discepolo fedele. La relazione spirituale tra i due fu profonda e trasformante: San Silvano fu per Sofronio non solo guida ma anche modello di santità, la cui eredità spirituale egli portò avanti per tutta la vita. Dopo la morte del suo padre spirituale, San Sofronio si ritirò nella quiete del deserto athonita, servendo come padre spirituale per molti monasteri e skiti della Santa Montagna.
Nel 1948 pubblicò in Francia gli scritti lasciatigli da San Silvano, corredati da un’analisi teologica e biografica che sarebbe poi diventata un’opera fondamentale della spiritualità ortodossa contemporanea: Il monaco di Monte Athos.
Fondatore del Monastero di Essex
Nel 1959 si stabilì in Inghilterra, dove fondò il Monastero Patriarcale e Stavropighiale del Precursore a Essex, sotto la giurisdizione del Patriarcato Ecumenico. Qui visse fino al suo beato trapasso, avvenuto l’11 luglio 1993.
San Sofronio fu non solo un asceta, ma anche un grande teologo del nostro tempo. Il suo pensiero teologico ruota attorno al “principio ipostatico” — la verità che ogni persona è chiamata a diventare un’ipostasi unica e irripetibile in comunione con Dio. I suoi scritti, nati dall’esperienza viva della luce increata, sono oggi tradotti in numerose lingue e continuano a ispirare monaci, sacerdoti e laici in tutto il mondo.
La sua Dormizione e la testimonianza dell’Archimandrita Zaccaria
Negli ultimi giorni della sua vita terrena, San Sofronio visse immerso nel silenzio orante. L’Archimandrita Zaccaria, suo discepolo, racconta che quattro giorni prima della sua morte smise di parlare e rimaneva con lo sguardo rivolto verso l’interno, col volto luminoso come durante la Divina Liturgia.
Il giorno della sua dipartita, durante la celebrazione dell’Eucaristia, proprio al momento della proclamazione del Vangelo, il santo rese l’anima al Signore. Subito dopo, venne annunciato il suo trapasso e fu celebrato il primo Trisaghion. Per quattro giorni il corpo del santo rimase nella chiesa, non ancora completato il suo sepolcro. I fedeli, nel silenzio e nella preghiera, leggevano ininterrottamente i Santi Vangeli accanto a lui, in un clima pasquale di luce e speranza.
Molti testimoni raccontano dei miracoli legati alla sua intercessione già subito dopo la morte. Un caso commovente è quello di un ragazzo di tredici anni, giunto al monastero con un tumore cerebrale. Il piccolo fu condotto sotto la bara del santo e l’indomani, durante l’operazione, i medici non trovarono più alcuna traccia del tumore. Quel ragazzo oggi è cresciuto sano e forte.
Il Metropolita Ierotheos di Nafpaktos, giunto poco dopo al monastero, affermò con convinzione: «Se padre Sofronio non è un santo, allora non esistono santi».
Un santo del nostro tempo
San Sofronio di Essex non fu un teorico, ma un uomo della preghiera, un mistico della luce divina, un teologo della persona umana e della comunione in Cristo. Con la sua vita e i suoi scritti, ha indicato al mondo la via dell’umiltà, del pentimento e della visione di Dio. Il suo amore per Cristo traspare in ogni pagina dei suoi libri e nel ricordo vivo che hanno di lui coloro che lo conobbero.
Oggi lo invochiamo come intercessore davanti al trono di Dio e ringraziamo il Signore per aver donato alla nostra epoca un testimone così limpido della Luce Increata.
San Sofronio di Essex, prega Dio per noi!
