San Sofronio di Essex – 11 luglio

San Sofronio (al secolo Sergej Simeonovič Sacharov) nacque a Mosca il 22 settembre 1896, in una numerosa famiglia ortodossa con quattro fratelli e quattro sorelle. Fin da bambino, assimilò lo spirito della preghiera grazie alla sua nutrice, che lo conduceva regolarmente in chiesa: lì il piccolo Sergej pregava anche per tre quarti d’ora consecutivi.
Durante questi anni giovanili, fu visitato dalla Luce Increata – esperienza che rimase impressa in modo indelebile nella sua memoria.¹²

Formazione artistica e crisi esistenziale

Terminati gli studi secondari, si iscrisse a un corso privato di preparazione artistica. Nel 1918 venne ammesso alla Scuola di Belle Arti di Mosca. In quel periodo, la Russia era sconvolta dalla Prima Guerra Mondiale e dalla Rivoluzione bolscevica, ma Sofronio, essendo già studente, fu assegnato al Dipartimento di Camuffamento, evitando così il fronte.³ In seguito, egli stesso riconobbe questo fatto come una grazia, poiché non vi fu alcun impedimento canonico alla sua ordinazione sacerdotale.

Ma la guerra e le sofferenze umane segnarono profondamente la sua anima. In un giorno qualunque, mentre camminava per Mosca, fu assalito da un pensiero implacabile:

«L’Assoluto non può essere “personale”, l’eternità non può risiedere nella “psiche” dell’amore evangelico…»⁴

Così si allontanò dalla preghiera appresa nell’infanzia e si estraniò dal Dio dei suoi Padri.

Ricerca spirituale e ritorno a Dio

Come molti artisti del suo tempo, si lasciò attrarre dalle religioni orientali⁵ e praticò una forma di meditazione non cristiana per circa otto anni. Tuttavia, poiché questa sua deviazione fu “per ignoranza”⁶, Dio ebbe pietà di lui e lo ricondusse alla vera adorazione del Dio personale e vivente della Rivelazione.

In questo periodo, Sergej descriveva se stesso come sospeso su un abisso oscuro, avvertendo sotto i piedi solo un baratro nero.⁷ Era perseguitato dalla domanda fondamentale:

«Sono eterno insieme a tutti gli altri, oppure siamo destinati alla notte oscura del non-essere?»

Conversione a Parigi

Alla fine del 1922, Sergej fuggì dalla Russia e, dopo essere passato per l’Italia e Berlino, si stabilì a Parigi. Qui espose le sue opere nel Salon d’Automne (1923) e nel Salon des Tuileries (1924).⁸ Ma proprio a Parigi avvenne la sua conversione.

Fu la comprensione profonda della rivelazione a Mosè sul Sinai – «Io sono Colui che sono» (Es. 3:14)⁹ – a illuminare la sua mente: capì che l’Essere Assoluto che cercava non era altri che Cristo, il Dio personale. Nella Notte Santa del 1924, ricevette un’esperienza potente della Luce Increata, che lo fece sentire come risorto lui stesso e con lui tutto il mondo:

«Conosco un uomo a Parigi che, dalla sera del Sabato Santo fino al terzo giorno di Pasqua, per tre giorni fu in uno stato di deificazione […] e disse: “Ho visto l’aurora di un giorno senza tramonto”».¹⁰

Verso il Monte Athos

Dopo questa visione, Sergej smise di dipingere e si distaccò dai suoi ambienti sociali. Nell’aprile 1925 iniziò a frequentare l’Istituto Teologico Saint Serge, ma presto lo abbandonò. Il desiderio di vita monastica lo portò poco dopo al Monte Athos.¹¹

Nell’autunno del 1925 entrò nel Monastero di San Panteleimon. Il 13 marzo 1926 ricevette l’abito monastico e il 5 marzo 1927 fu tonsurato nello Schema minore. Cinque anni dopo, conobbe San Silvano l’Atonita, al quale fu legato per tutta la vita. Fu ordinato diacono il 30 aprile 1930 dal Metropolita Nikolaj Velimirović, e subito dopo ricevette una nuova esperienza della Luce Increata.¹³

Discepolato e testamento spirituale di San Silvano

L’incontro con San Silvano fu per lui il più grande dono della sua vita. Fu proprio Silvano a confidargli il comando divino ricevuto dopo anni di lotta con i demoni:

«Tieni la tua mente all’inferno e non disperare» – parola che infuse nel cuore del santo una pace profonda.

San Silvano gli affidò poi i suoi scritti in russo fonetico, chiedendogli di editarli e pubblicarli.

Malattia, eremitaggio e ordinazione sacerdotale

Nel gennaio 1935, gravemente malato di malaria, fu tonsurato nel Grande Schema e, per grazia, guarì. Dopo la morte di San Silvano (24 settembre 1938), ottenne la benedizione per ritirarsi nella deserta regione di Karoulia.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, visse come eremita, pregando incessantemente per la pace nel mondo.¹⁴ Il 2 febbraio 1941 fu ordinato sacerdote al Monastero di San Paolo dal Metropolita Ierotheos di Melitoupolis. Continuò il suo ministero come padre spirituale per numerosi monasteri e celle dell’Athos.

Nel 1947, dopo 22 anni sul Monte Athos, ottenne la benedizione per recarsi a Parigi per pubblicare gli scritti di San Silvano. Nonostante la povertà e le condizioni di salute gravi, riuscì a pubblicare nel 1948 la prima edizione in russo di Il monaco del Monte Athos.

Fondazione del Monastero di Essex

L’eccessivo sforzo editoriale lo portò a un’ulcera gastrica così grave da richiedere quasi la totale rimozione dello stomaco. Ricoverato per 80 giorni in ospedale, sopravvisse per miracolo. In seguito, fu ospitato in una casa per anziani russi a Sainte-Geneviève-des-Bois, dove iniziò a ricevere numerosi visitatori in cerca di guida spirituale.

I suoi discepoli gli chiesero con insistenza di fondare un monastero. Nel 1959, con l’aiuto della traduttrice Rosemary Edmonds, fondò a Tolleshunt Knights, Essex il Monastero del Precursore, sotto la giurisdizione del Patriarcato Ecumenico.
Inizialmente nascosto e povero, il monastero crebbe e divenne un centro spirituale vivo. L’anziano padre accoglieva tutti con semplicità e rispetto, pregava per il mondo intero e, allo stesso tempo, si prendeva cura di ciascun fratello con amore personale.

Ultimi anni e morte

Dopo anni di silenzio pittorico, riprese a scrivere icone, cercando di rappresentare il Volto di Cristo visto nella Luce. Ma non fu mai soddisfatto del risultato e spesso le ritoccava.

Molti miracoli accompagnarono la sua vita e seguirono la sua morte: guarigioni, liberazioni, conversioni. Tuttavia, egli stesso diceva che la vera guarigione è il cambiamento del cuore alla luce della parola di Dio.

Sentendo vicina la sua dipartita, scrisse una lettera al Patriarca Ecumenico, chiedendo la sua benedizione e affidando il monastero alle sue cure:

«Questo luogo, sebbene piccolo, povero e insignificante, è stato fondato con molte lacrime, profondi sospiri, e con molto sangue e sudore.»

Morì in pace il domenica 11 luglio 1993, all’età di 97 anni, dopo aver salutato uno a uno tutti i padri del monastero e lasciato a ciascuno una parola.


Fonti:

  • ¹ — Archimandrite Sophrony (Sakharov), Letters to His Family, Tolleshunt Knights, Essex: Stavropegic Monastery of St John the Baptist, 2015, p. 24.
  • 📌 (Sull’infanzia e la preghiera insegnata dalla nutrice)
  • ²We Shall See Him as He Is, tr. Rosemary Edmonds, 2004, p. 37.
  • 📌 (Prima esperienza della Luce Increata)
  • ³ — Ibid., pp. 23–24.
  • 📌 (Assegnazione al reparto di camuffamento e risparmio dal fronte)
  • — Ibid., p. 32.
  • 📌 (Crisi spirituale a Mosca, rifiuto dell’Assoluto personale)
  • — Sister Gabriela, Seeking Perfection in the World of Art, 2014, p. 63.
  • 📌 (Influsso delle religioni orientali su giovani artisti russi)
  • — 1 Timoteo 1,13.
  • 📌 (Citazione scritturistica usata per giustificare l’errore “per ignoranza”)
  • Striving for Knowledge of God, tr. Sister Magdalen, 2016, p. 73.
  • 📌 (Percezione dell’abisso nero sotto i piedi)
  • Letters to His Family, pp. 31–32.
  • 📌 (Partecipazione ai saloni d’arte a Parigi)
  • — Esodo 3,14; cfr. anche Archimandrite Zacharias (Zacharou), Christ, Our Way and Our Life, 2012, p. 11.
  • 📌 (Rivelazione dell’Essere assoluto come Dio personale)
  • ¹⁰Striving for Knowledge of God, p. 232.
  • 📌 (Descrizione della deificazione durante la Pasqua)
  • ¹¹ — Ibid., p. 29.
  • 📌 (Decisione di partire per l’Athos e arrivo a San Panteleimon)
  • ¹²We Shall See Him as He Is, pp. 184–185.
  • 📌 (Ordinazione diaconale da parte del metropolita Nikolaj Velimirović)
  • ¹³ — Ibid., p. 185.
  • 📌 (Nuova esperienza della Luce Increata dopo l’ordinazione)
  • ¹⁴Striving for Knowledge of God, p. 258.
  • 📌 (Preghiera incessante per la pace nel mondo durante la Seconda guerra mondiale)

San Sofronio di Essex, lampada nella tenebra del nostro secolo, prega Dio per noi!

fonte: https://essexmonastery.com

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