Nel calendario della Chiesa Ortodossa, la seconda domenica dopo la Pentecoste è dedicata alla celebrazione di tutti i santi di una determinata terra. Dopo la Domenica di Tutti i Santi, segno della santità come frutto dello Spirito Santo nella vita del mondo, la Chiesa continua questa lode nel concreto, mostrando i frutti di santità fioriti nelle varie regioni del mondo. Questa domenica, noi fedeli che viviamo in Italia, celebriamo con gioia e riconoscenza la Domenica di Tutti i Santi della terra italiana.
In questa giornata, rendiamo grazie a Dio per l’invisibile, ma vivissima comunione dei santi che hanno brillato come stelle luminose nel cielo della nostra penisola: padri e madri spirituali, martiri, asceti, vescovi, monaci, vergini, confessori, noti e ignoti, conosciuti per nome o solo da Dio. Essi hanno testimoniato la fede ortodossa e l’amore di Cristo in tempi di persecuzione e in epoche di pace, nella vita monastica come nella vita laica, nelle città e nelle campagne, nel Sud e nel Nord, da Roma alla Sicilia, dall’Umbria alla Calabria, dalla Liguria al Piemonte.
Il sinassario di oggi ci offre un elenco lungo e commovente di nomi: santi antichi, vissuti nei primi secoli del cristianesimo, come Sebastiano di Roma, Agata di Catania, Vigilio di Trento, Ambrogio di Milano, ma anche figure meno conosciute come Filarete di Palermo, Eligio di Siena, Bartolomeo di Rossano, che hanno portato il buon profumo di Cristo nella loro epoca e nel loro ambiente. Non mancano le grandi figure come Gregorio Magno (il Dialogo), Benedetto di Norcia, padre del monachesimo occidentale, Scolastica sua sorella, Leone il Grande, Girolamo, Ambrogio, Eusebio di Vercelli, fino a santi legati all’Oriente ortodosso, come Nilo di Rossano, Giuseppe l’Innografo di Siracusa, Fantino e Nicodemo di Reggio Calabria.
Ma questa festa non è soltanto commemorazione: è una chiamata. La santità non è un ricordo del passato, ma una vocazione per ogni credente nel presente. I santi sono la nostra famiglia spirituale: ci precedono nella fede, ci accompagnano con la loro preghiera, ci incoraggiano con il loro esempio. Essi hanno camminato sulle stesse strade, parlato la stessa lingua, affrontato le stesse prove. Questo vuol dire che anche oggi, in Italia, è possibile vivere una vita pienamente cristiana, pienamente ortodossa, pienamente santa.
Celebrare i santi italiani significa riscoprire le radici ortodosse della nostra terra. Prima della separazione tra Oriente e Occidente, l’Italia era profondamente inserita nella Chiesa indivisa, e molti dei santi che oggi commemoriamo hanno vissuto, pensato e pregato nella piena comunione della fede ortodossa. Per questo, noi ortodossi che oggi viviamo in Italia — italiani, romeni, russi, greci, moldavi, e di ogni nazione — ci sentiamo a casa nel venerarli, e riceviamo da loro un’eredità da custodire e da trasmettere.
Chiediamo oggi a tutti i santi dell’Italia di pregare per il nostro popolo, per le nostre parrocchie e comunità, per i monaci e i sacerdoti, per i bambini e gli anziani, per i sofferenti e i cercatori di Dio. Chiediamo che si riaccenda nella nostra terra la luce della fede viva, della carità ardente, della santità quotidiana.
Santi di Dio, che avete brillato sulla terra italiana, pregate Dio per noi!
