Prof. Ioannis Foundoulis: L’Inno Acatisto

Nel linguaggio liturgico ufficiale, questo ufficio è noto come “Inno Akathistos” o semplicemente “Akathistos” (= “Non seduto”), poiché i fedeli rimanevano in piedi per tutta la durata del canto. Le parole e l’atteggiamento del corpo erano quindi espressioni di onore, particolare devozione e gratitudine verso colei alla quale sono indirizzate le salutazioni.

Nella pratica liturgica odierna, questo ufficio è incorporato nell’ufficio del piccolo compieta. Viene celebrato, in parti, ogni venerdì durante le prime quattro settimane della Quaresima e poi cantato integralmente il venerdì della quinta settimana. Nei monasteri, così come nella pratica parrocchiale, sia oggi che in passato, a seconda del loro typikon, vi sono anche altri contesti in cui viene cantato l’inno: l’ufficio di mattutino, i vespri, la veglia, o un ufficio dedicato alla Madre di Dio celebrato solo a Costantinopoli, chiamato “la preghiera”. In tutti questi casi, in un punto stabilito del servizio liturgico ordinario, si inserisce un’interpolazione e si canta il canone della Madre di Dio, insieme al kontakion e alle salutazioni dell’Akathistos.

Non ci soffermeremo sulla questione spinosa del periodo della sua composizione né sull’autore dell’Akathistos. Sono stati proposti diversi autori: Romano il Melode, Giorgio Piside, i Patriarchi Sergio e Germano I di Costantinopoli, San Fotio e Giorgio di Nicomedia, poeti vissuti tra il VII e il IX secolo. La tradizione, in questo caso, è molto incerta e, basandosi sui pochi indizi interni presenti nei testi, gli studiosi moderni sono divisi sulla questione dell’attribuzione, con alcuni che preferiscono un possibile autore e altri un altro.

Un evento storico che è tradizionalmente legato al canto dell’Akathistos potrebbe aiutarci a restringere la ricerca: l’assedio di Costantinopoli ai tempi dell’Imperatore Eraclio e la miracolosa liberazione della città l’8 agosto dell’anno 626. Secondo il Synaxarion, dopo la revoca dell’assedio, questo inno fu cantato nella chiesa della Madre di Dio alle Blacherne come lode e ringraziamento per la liberazione, che fu attribuita al potere miracoloso della Madre di Dio, protettrice della Città*. Il Patriarca dell’epoca era Sergio, che era a capo degli sforzi per la difesa della capitale. È facile supporre che fosse l’autore dell’inno, ma non ci è noto come innografo, né era nemmeno ortodosso. Inoltre, l’inno deve essere più antico, perché se fosse stato scritto per la liberazione della città, non sarebbe stato possibile riferirsi specificamente a questo evento senza menzionare altre questioni, come vedremo di seguito.

Il canto dell’Akathistos è associato, secondo le fonti storiche, anche ad altri eventi simili: gli assedi e la liberazione della città durante i regni di Costantino IV Pogonato (673), Leone l’Isaurico (717-718) e Michele III (860).

Chiunque sia stato il poeta e a qualunque evento storico sia stato inizialmente legato, c’è un fatto fornito dalle fonti rilevanti che è indubitabile: l’inno fu cantato come ode di gratitudine al comandante e difensore dello Stato bizantino nelle veglie di ringraziamento che si tenevano in commemorazione di questi eventi. Secondo l’osservazione nel Synaxarion, l’inno è chiamato Akathistos perché, al momento della liberazione della Città e fino ad oggi, quando venivano cantati i tropari dell’inno, tutti stavano in piedi per ascoltarli, in segno di gratitudine verso la Madre di Dio, mentre per gli altri kontakia era consuetudine stare seduti.

Ma perché viene cantato durante la Grande Quaresima? Gli assedi menzionati furono revocati in altri periodi dell’anno. L’assedio ai tempi di Eraclio terminò l’8 agosto; quello di Pogonato a settembre; la commemorazione della liberazione della Città sotto Leone l’Isaurico si celebra il 16 agosto; e l’assedio sotto Michele III fu revocato il 18 luglio.

Probabilmente l’Akathistos è stato collegato alla Grande Quaresima per un’altra ragione, puramente liturgica: la grande festa dell’Annunciazione della Madre di Dio cade sempre nel periodo di digiuno. A causa del carattere penitenziale della Quaresima, questa festa è privata degli inni di pre-festa e post-festa. È proprio questa mancanza che viene colmata dal canto dell’Akathistos, in parti al compieta del venerdì e integralmente al mattutino del sabato della quinta settimana. Liturgicamente, la sera del venerdì appartiene al sabato, un giorno che, insieme alla domenica, è uno dei pochi in Quaresima in cui possono essere celebrate solennità gioiose. Qualsiasi festa che cade nei giorni feriali viene trasferita a questi giorni.

Secondo alcuni typika, l’Akathistos veniva cantato cinque giorni prima della festa dell’Annunciazione; secondo altri, al mattutino della mattina della festa. L’Akathistos è il kontakion dell’Annunciazione, l’inno dell’Incarnazione del Verbo di Dio.

Come abbiamo detto, quando l’Akathistos fu associato agli eventi storici, venne aggiunto un nuovo e speciale proemio, pieno di lode e supplica, il celebre inno “A te, Madre di Dio”:

“A te, Madre di Dio, nostra condottiera e difensora, la tua città, liberata dalla calamità, offre inni di vittoria e di ringraziamento. Ma poiché hai forza invincibile, liberaci da ogni pericolo affinché possiamo gridarti: Salve, Sposa non sposata!”

fonte: https://pemptousia.com/2023/04/the-akathistos-hymn/

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