Il vero cristiano negli occhi di un autore antico

Tutti credono di essere cristiani in base alla loro professione di fede in Cristo o grazie a qualche loro virtù, ma i veri cristiani sono pochi. Coloro che sono ricchi dello Spirito santo, che godono delle multiformi delizie della grazia, che si rallegrano nel desiderio celeste dello Spirito, che sono adorni nell’anima delle vesti celesti dei carismi, che fanno consistere il loro cristianesimo non in una semplice professione di fede, ma in potenza e attività dello Spirito, e che nella loro mente palpano incessantemente con le mani dell’anima l’oro celeste cioè la conoscenza profonda dei misteri dello Spirito: questi sono i veri cristiani.

Pseudo-Macario, Omelie (Coll. III) 7,6,3

I veri cristiani si distinguono da tutto il genere umano e vi è grande differenza tra gli uni e gli altri perché i primi con la mente e i pensieri si trovano sempre in un sentire celeste e contemplano i beni eterni mediante la partecipazione e la comunione con lo Spirito santo. È stato loro accordato di rinascere dall’alto (Gv 3.3.7), da Dio, di diventare figli di Dio (Gv 1,12) in verità e potenza e di pervenire dopo molto tempo, attraverso innumerevoli lotte e fatiche, alla stabilità, alla saldezza, alla calma e alla quiete, ormai non più scossi e agitati da pensieri vani e turbolenti. In questo sono più grandi e migliori del mondo perché la loro mente e i sentimenti della loro anima si trovano nella pace del Cristo e nella carità dello Spirito. Di chi è tale anche il Signore diceva che è passato dalla morte alla vita (Gv 5,24). La diversità dei cristiani non sta dunque nelle sembianze e nell’aspetto esteriore, anche se alcuni ritengono che in questo consista l’identità propria dei cristiani e la differenza tra loro e il mondo.

Pseudo-Macario, Omelie (Coll. II) 5.4

Ecco il segno del cristianesimo: colui che vedi affamato, assetato, affaticato, povero in spirito (cf. Mt 5,3), umiliato di fronte a se stesso, e impegnato in una ricerca incessante, di notte e di giorno, costui dimora nella verità; al contrario, se qualcuno è già sazio e non ha più bisogno di nulla, ma è ricco, costui si trova nell’errore, come sta scritto: Siete già sazi, già siete diventati ricchi (1Cor 4,8); e ancora: Guai a voi, ricchi (Lc 6,24) di questo mondo – e ciò vale anche per coloro che credono già di essere qualcosa (cf. Gal 6,3) -.

Pseudo-Macario, Omelie (Coll: III) 1,3,4

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