Ascolta la divina Scrittura che dice: E Dio disse ad Adamo: – voglio dire dopo la trasgressione – Adamo, dove sei? (Gen 3,9). Che cosa voleva dire il creatore dell’universo? Certamente dice: Adamo, dove sei? con l’intento di farlo rientrare nella sua coscienza e di invitarlo alla conversione. Rientra in te stesso! Osserva la tua nudità! Guarda di quale veste, di quale gloria ti sei privato. Adamo, dove sei? È come se lo esortasse e gli dicesse: “Su! Rifletti, misero. Su! Esci da dove ti sei nascosto. Credi di poterti nascondere da me (cf. Gen 3,8)? Di’: ‘Ho peccato!”. Ma Adamo non lo dice, anzi, sono io, miserabile che non lo dico – infatti qui si tratta di me – Ma che dice? Ho udito la tua voce mentre passeggiavi nel giardino, mi sono accorto di essere nudo e mi sono nascosto (Gen 3,10). E che gli risponde Dio? E chi ti ha detto che sei nudo? Non è forse che hai mangiato di quel solo albero di cui ti avevo proibito di mangiare? (Gen 3,11). Considera la profondità delle parole della divina sapienza: “Perché dici: “Sono nudo”, e nascondi il tuo peccato? Credi forse che io veda soltanto il tuo corpo e non veda il tuo cuore e i tuoi pensieri?”. Adamo, illuso, sperava che Dio non fosse a conoscenza del suo peccato e diceva tra sé: “Se dico che sono nudo, Dio, che non sa quello che ho fatto, può dirmi: “E perché sei nudo?'” ma io posso negare e dire: “Non so”, posso nascondergli quello che ho fatto e riprendere la mia veste di prima (cf. Lc 15,22). Se no, temo che mi scacci, che mi mandi via!”. Mentre Adamo faceva queste riflessioni – come anche ora fanno molti, e anch’io per primo, cercando di nascondere i propri peccati – Dio, non volendo che la sua colpa si moltiplicasse, dice: Da chi hai saputo che sei nudo? Non è forse perché hai mangiato di quel solo albero di cui ti avevo proibito di mangiare? Ed è come se dicesse: “Pensi proprio di potermi ingannare? Non conosco forse io che cosa hai fatto? Perché non dici: ‘Hо рессаto… Abbi pietà di me!”. Ma Adamo non dice questo, non si umilia, non si prostra. Nervo di ferro è la nuca del suo cuore (cf. Is 48,4), come la mia, me infelice!
San Simeone il Nuovo Teologo, Catechesi 5,173-211.216-219
