4 gennaio: San Niceforo il Lebbroso

La Vita di San Niceforo il Lebbroso

Il nostro venerabile padre Niceforo il Lebbroso visse come monaco nella lebbrosaria dell’isola di Chio, in Grecia, nel XX secolo. Fu discepolo di Sant’Antimo di Chio. La sua commemorazione si celebra il 4 gennaio.

Infanzia e gioventù
Nicola Tzanakakis nacque nel 1890 da genitori contadini devoti, nel villaggio di Sirikari, nella regione di Chania, sull’isola di Creta. Rimasto orfano in giovane età, fu affidato alle cure del nonno. All’età di tredici anni si trasferì a Chania, dove iniziò a lavorare come apprendista barbiere. Poco dopo, manifestò i primi sintomi della malattia di Hansen (lebbra). Poiché la lebbra era considerata una malattia contagiosa e temuta, i malati venivano confinati in colonie per lebbrosi, come quella sull’isola di Spinalonga. Nicola riuscì a fuggire in Egitto, dove lavorò per un periodo in una barberia di Alessandria. Tuttavia, la malattia progredì e, su consiglio di un sacerdote, si rifugiò a Chio, dove c’era il Lovokomeio, un ospedale per lebbrosi.

La vita monastica
Nel 1914, all’età di 24 anni, Nicola arrivò al Lovokomeio, gestito dall’ieromonaco Antimo Vagianos, poi canonizzato come Sant’Antimo di Chio. Lì, nella cappella di San Lazzaro, che custodiva un’icona miracolosa della Madonna Ascoltatrice (Panaghia Ypakoe), Nicola trovò un ambiente spirituale che aprì il suo cuore alla fede e lo portò a desiderare una vita di preghiera. Dopo due anni, l’ieromonaco Antimo lo tonsurò monaco, dandogli il nome di Niceforo.

Nonostante il progredire della malattia (un trattamento efficace per la lebbra fu scoperto solo nel 1947), Niceforo si dedicò all’obbedienza, al digiuno e alla preghiera. Lavorava nel giardino dell’ospedale e sviluppò una profonda relazione spirituale con il suo padre spirituale, Sant’Antimo. Niceforo era inseparabile dal suo padre spirituale, al punto che scrisse una raccolta di testimonianze sui miracoli compiuti da Sant’Antimo. Trascorreva ore in preghiera e faceva numerose prostrazioni, ma non parlava mai di queste pratiche, confidandosi solo con il suo padre spirituale. Divenne il principale cantore della cappella, ma con il tempo, a causa della malattia, perse la vista e lasciò il compito agli altri cantori.

Ultimi anni e santità
Nel 1957, quando l’ospedale di Chio chiuse, Niceforo fu trasferito con gli altri pazienti nella lebbrosaria di Santa Barbara ad Aigaleo, a ovest di Atene. Aveva allora circa 67 anni. Il suo corpo e la sua vista erano stati gravemente colpiti dalla malattia. Lì incontrò un sacerdote, padre Eumenio, che, guarito dalla lebbra grazie ai nuovi trattamenti, decise di rimanere accanto ai malati. Padre Eumenio divenne discepolo spirituale di Niceforo, che, grazie alla sua pazienza nella sofferenza, aveva ricevuto da Dio molti doni spirituali.

Molti fedeli iniziarono a visitare Niceforo per ricevere la sua benedizione. Sebbene fosse costretto a letto, cieco e tormentato dai dolori, portava conforto a chi si rivolgeva a lui. Diceva spesso:
“Figli miei, pregate? E come pregate? Pregate con la preghiera di Gesù: ‘Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me.’ Così dovete pregare.”

La morte e la glorificazione
Padre Niceforo si addormentò nel Signore il 4 gennaio 1964, all’età di 74 anni. Successivamente, quando le sue reliquie furono scoperte, esse emanavano un profumo meraviglioso.

Il 1° dicembre 2012, il Santo Sinodo del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli lo proclamò santo, e il suo nome fu inserito nel calendario della Chiesa.

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