Archim. Vasilios Gondikakis: La Chiesa non è un’istituzione secolare

La Chiesa esiste come continua rivelazione di Dio. Se “chi ha visto il Figlio ha visto il Padre,” ugualmente chi ha visto la struttura, l’istituzione della Chiesa ha visto il Signore nostro, il Dio-Uomo, che è con noi invisibilmente, e lo Spirito Santo.

Archim. Vasilios Gondikakis

La Chiesa non può esistere in altro modo, né insegna o teologizza diversamente. La modalità trinitaria dell’esistenza costituisce il mistero della Chiesa e rappresenta la predicazione più limpida, che convince l’uomo che Dio Padre ama il mondo così come ha amato e ama il Figlio.

E questo sentire l’amore divino, che concede libertà, rappresenta l’atmosfera necessaria e naturale nella quale l’uomo può crescere spiritualmente.

In tal modo l’uomo crede, si fida di Dio, poiché ha un’esperienza viva di essere un corpo e uno spirito con il Dio-Uomo, di avere un legame organico con Lui, come il tralcio con la vite.

Se da una parte le istituzioni ecclesiali sono organizzate in modo secolare, e dall’altra il Vangelo viene predicato spiritualmente, questo significa che le due (l’istituzione e il carisma) sono alterate, con un’autenticità dubbia.

“Le cose vecchie sono passate; ecco, tutto è divenuto nuovo” (2 Cor 5:17). Non è possibile vivere e predicare in modo secolare, alla maniera dell’uomo vecchio, le cose nuove che convincono solo attraverso il modo di esistere, solo tramite la vita. Né è possibile, attraverso atti arbitrari di pseudo-sensibilità individuale, considerati, per così dire, ispirazioni carismatiche, rivelare il carattere immutabile della fede.

In tal modo, ogni aspetto della Chiesa svela il modo trinitario di essere, soprattutto il Mistero eucaristico, che è il cuore della Chiesa, un carisma, un dono dal Padre, attraverso il Figlio e per opera dello Spirito. Se si conserva il modo trinitario, l’uomo come persona in comunione viene conservato. E se conserviamo e viviamo il modo di essere divino-umano, allora il modo inconfuso e indiviso dell’unione delle due nature in Cristo si preserva ed estende come benedizione nell’unità della verità e della vita, dell’istituzione e della grazia, della legge e della libertà. Ciò che apparentemente sembra opposto si intreccia così in modo immutabile e inalterato. E in questa pericoresi si distingue ovunque la presenza del Dio-Uomo, che è con noi fino alla fine dei secoli, e continua a manifestarsi in forme sempre nuove nell’arena della storia, rimanendo accanto ad ogni uomo che soffre, che cerca, che è disperato, non per offrirgli soluzioni magiche o droghe allucinogene, ma per aprirgli gli occhi, per donargli i veri sensi, un sentire che gli permette di vedere e di apprendere la nuova vita e la vera teologia che innalza l’uomo al cielo e porta lo Spirito Santo sulla terra, inserendo il fermento trinitario nella nostra sostanza terrena.

Istituzione della Chiesa

Tutto nella Chiesa ti convince, ti conforta, perché trasmette la riconciliazione ultima, ovvero la Verità e l’opera primordiale della divinità trinitaria. In ogni momento e attraverso ogni manifestazione ci viene offerto in modo ineffabile il tutto, il divino e l’umano, l’oggi e l’eterno. Quando il Signore perdona i peccati, dona anche la salute corporale al paralitico. Per mostrare che ha il potere di perdonare i peccati, dice al paralitico: “Alzati, prendi il tuo letto e vai a casa tua” (Mc 2:11).

Tutto, sempre, opera insieme in modo divino-umano. Trovi il calore della comunicazione con le persone nel deserto dell’ascesi, e vivendo in amore con i fratelli, senti la libertà dell’abbandono del mondo.

In questo mondo divino-umano, quando pronunci la parola “obbedienza”, sei completamente illuminato dalla grazia della libertà verso cui sei guidato.

Quando parli di “uscire dal mondo e vivere nella solitudine”, vivi il compimento della purissima comunione e della coabitazione con tutti.

Quando pensi al Venerdì Santo, la tua mente si trasferisce alla profonda mattina in cui comincia a sorgere la luce della Risurrezione.

E quando pensi alla morte, la gioia si riversa nel tuo cuore, secondo la parola di Abba Isacco.

L’istituzione della Chiesa non è umana, ma un’istituzione divino-umana. E il modo in cui funziona è una testimonianza e una rivelazione della continua presenza del Signore con noi.

Le istituzioni umane e secolari (o le istituzioni spirituali organizzate in modo secolare) mirano a promuovere i progetti di coloro che le dirigono, ad accrescere il loro potere e la loro influenza, a imporre la loro volontà e a sottomettere a loro il maggior numero possibile di persone, forse persino con l’intento di salvarle. Pertanto, coloro che pensano in modo meccanico sono capaci di immaginare che la salvezza dell’uomo sia possibile quando la libertà è annullata, quando l’uomo è abolito come persona.

In queste istituzioni che operano in modo secolare, come delle macchine, l’uomo o si sottomette e finisce per essere un essere privo di volontà, un salariato o un ingranaggio della macchina, o si oppone radicalmente al sistema, uscendo da esso: si separa dall’istituzione e si lega al proprio pensiero individuale, regolando in base a esso la propria vita e quella delle persone che forse lo seguono.

Il carattere indefinibile della libertà

Quando l’uomo perde l’unità con la Chiesa, che si è costituita secondo il modo di essere trinitario, perde anche la sua libertà, poiché perde il proprio vero sé, che è costituito da tutti gli altri membri della Chiesa.

Nessuna istituzione umana, nemmeno se si chiama ecclesiale, può contenere, tollerare e soddisfare l’uomo, che ha il soffio di Dio in lui e desidera ciò che è “oltre”, ciò che è più comprensivo: desidera Cristo. E non è possibile che l’uomo sia soddisfatto da alcuna promessa o prospettiva mondana, perché ha sete di ciò che è inconcepibile e irraggiungibile per l’uomo. La sua intera essenza dice “no” all’istituzione organizzata mondanamente, che, si suppone, dovrebbe guidarlo nel mistero della vita e della salvezza.

Per l’uomo, una buona istituzione spirituale, che funziona meccanicamente, è soltanto qualcosa di fragile, disfatto e inesistente. Perciò, il Signore, che conosce tutto questo, è venuto e ha distrutto tutte le prigioni. Ha demolito l’inganno. Ha rovesciato i tavoli dei cambiavalute e le bancarelle dei mercanti, che avevano trasformato il Tempio del Signore in una casa di commercio. Ci ha liberati dalla maledizione della Legge. E con la Sua discesa agli inferi, “i legami si sono spezzati, le porte si sono infrante, i sepolcri si sono aperti, i morti sono risorti”. E tutti i morti sono usciti, alla luce. “E non c’è più alcun morto nel sepolcro”.

E si è costituita la Chiesa, che non è una prigione (sia pure con sbarre d’oro), ma è libertà e un amore più forte della morte (Cantico dei Cantici 8, 6). La Chiesa è il grembo di un’altra madre, più vasta dei cieli, che genera l’uomo. Noi siamo figli di quella libertà (Galati 4:30), figli della libertà che otteniamo attraverso l’obbedienza alla Verità di Dio, che è Amore.

E se le istituzioni umane temono la libertà dell’uomo e, per questo, la mutilano o la distruggono del tutto, l’istituzione della Chiesa genera persone libere nello Spirito. La Chiesa nella sua interezza, come istituzione autentica, è unita dallo Spirito Santo, che soffia dove vuole, e “non sai da dove viene né dove va. Così è chiunque è nato dallo Spirito” (Giovanni 3, 8).

E la pietra della fede è proprio questo carattere indefinibile della libertà, che è equilibrato dall’amore delle persone in comunione trinitaria.

Persone veramente carismatiche

I santi non sono dei custodi della Legge, ma sono legislatori, secondo la parola di San Simeone il Nuovo Teologo. L’istituzione della Chiesa è carismatica, e i carismi dei santi agiscono come fondamenti guida verso la salvezza per il popolo della Chiesa.

Possiamo dire che non esistono persone carismatiche in sé, ma persone che diventano carismatiche. Non ricevono un carisma come un attributo statico, bensì ricevono una benedizione continua; essi sono coloro che comprendono veramente l’estrema impotenza dell’uomo e la bontà di Dio, vedono tutti gli altri come buoni e puri e si considerano più in basso di tutto il creato. Questi hanno la grazia di un cuore spezzato, caratteristica dell’uomo umile e ignorato, e sono come spugne che assorbono la grazia, ricevendo i carismi della pace interiore e dell’illuminazione senza considerarli come successi propri né come mezzi per accrescere il loro prestigio davanti a coloro che sono al di sotto di loro.

Sono stupefatti dall’ineffabile amore di Dio e, spontaneamente, tutti questi carismi li attribuiscono, li rendono subito al Donatore dei doni, e questo li rende degni di ricevere continuamente nuovi carismi, più grandi, purissimi e spirituali, attraverso i quali il mondo riceve benedizioni. E continuano a non avere una buona opinione di se stessi, ma una grande opinione di Dio.

E appena percepiscono che il mondo li onora, si mostrano strani agli occhi degli altri, diventano insoddisfatti, si vergognano, si nascondono, o nel deserto, o dietro una finta stoltezza o follia. Così riconquistano la loro tranquillità. Costoro vivono, osservano e contribuiscono alla circolazione del sangue e della grazia all’interno del corpo della comunità ecclesiastica.

Fonte: Archim. Vasilios Gondikakis, ex igumeno del Monastero di Iviron, To Vima, 24.10.1999

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