22 luglio/4 agosto: Santa Maria Maddalena, Pari agli Apostoli

Maria Maddalena al Sepolcro, illustrazione del Vangelo, Dionysiou, XI secolo

Santa Maria Maddalena proveniva da Magdala, città situata a ovest del Mare di Galilea. Quando venne a conoscenza di Cristo, si avvicinò a Lui e fu liberata dai sette demoni che la tormentavano, diventando poi discepola del Salvatore. È lei la mirrofora che per prima giunse al sepolcro del Signore dopo la Resurrezione, portando profumi, e lì trovò gli angeli vestiti di bianco che annunciarono la Resurrezione del Signore. Dopo la Discesa dello Spirito Santo, Maria Maddalena continuò a servire la prima Chiesa cristiana a Gerusalemme. Successivamente, si trasferì a Efeso, accanto a San Giovanni Teologo, dove morì nel Signore. Fu sepolta all’ingresso della grotta in cui, più tardi, dormirono i sette giovani di Efeso.

Maria Maddalena predicando agli Apostoli la Resurrezione, affresco, Monastero di Decani, XIV secolo

Tropario:

A Cristo, che per noi è nato dalla Vergine, O venerabile Maria Maddalena, hai seguito e osservato le Sue direttive e leggi. Per questo, oggi, celebrando con santità la tua memoria, ti lodiamo con fede e ti onoriamo con amore.

La reliquia della mano destra di Santa Maria Maddalena, custodita nel Monastero di Simonopetra, fotografata in processione a Iași, ottobre 2015

Gli anni 1976-1985 furono dichiarati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite come il Decennio per i diritti delle donne. Nell’ambito delle manifestazioni che ebbero luogo, fu lanciata, tra le altre cose, l’idea che le religioni fossero colpevoli della violazione dei diritti delle donne. Il mondo cristiano rispose a questa sfida promuovendo, a livello mondiale, attraverso il Consiglio Mondiale delle Chiese, proprie manifestazioni, intitolate “Chiese, solidali con le donne” (1988-1998). Nell’ambito delle Assemblee Generali, e in altre azioni individuali, il Consiglio Mondiale delle Chiese affrontò già questa questione. Inoltre, tra il 1971 e il 1981, si svolse un programma di studio sul tema “Società delle donne e degli uomini nella Chiesa”. In questo contesto ebbe luogo la Conferenza Internazionale di Sheffield (Inghilterra), da cui scaturì la celebre “Lettera di Sheffield”. Durante tutte queste discussioni, la comunità scientifica cristiana ebbe l’opportunità di esaminare vari aspetti, come le influenze della vita sociale nel mondo occidentale basate sulla teologia formulata all’inizio del V secolo d.C., inclusa la teoria del peccato originale di Sant’Agostino, la personalità più eminente, forse, del mondo occidentale. Inoltre, un altro tema affrontato, dal punto di vista teologico e storico nel mondo cristiano, con la stessa occasione, fu quello relativo alla persona di Santa Maria Maddalena.

Il nome di Maria Maddalena è stato associato – al di fuori dello spazio ortodosso – nello spazio artistico, filosofico e, fino a poco tempo fa, anche nel mondo ecclesiastico e teologico occidentale, in un modo o nell’altro, con il vasto dominio dell’erotismo. Vari artisti o romanzieri come Dan Brown, William Phipps, Chris Gollon, Martin Scorsese e molti altri, cercano di inventare un’amante di Gesù di Nazareth, e, stranamente, tutti, ma proprio tutti, scelgono Maria Maddalena.

E ciò non è strano, poiché, per un lungo periodo di tempo, anche nella letteratura ecclesiastica, Maria Maddalena è stata la figura femminile più affascinante e attraente del Nuovo Testamento. Inoltre, ancora oggi, molti credono che sia stata una ex prostituta che, ovviamente, si pentì dopo l’incontro con Cristo. Uno dei pittori britannici contemporanei, Chris Gollon, che ho menzionato sopra, nel dipinto intitolato The Pre-penitent Magdalene, rappresenta Maria Maddalena come una “femme fatale”, con gioielli costosi e trucco marcato. Sulla stessa lunghezza d’onda, ma con una simbolica poetica diversa, c’è anche il testo intitolato “Magdalena”, dalla raccolta di Dínos Hristianópoulos, The Season of Lean Cows (Salonicco, 1950).

Eppure, da nessuna parte, nelle fonti storiche autentiche, in particolare nei testi più antichi del Nuovo Testamento, si incontrano tali riferimenti. Al contrario, in tre dei quattro Vangeli riconosciuti dalla Chiesa, Maria Maddalena è menzionata con il suo nome solo nelle narrazioni della Passione e della Resurrezione del Signore. Nei Vangeli di Marco, Matteo e Giovanni, Maria Maddalena è menzionata come testimone della Crocifissione del Signore: “C’erano anche delle donne che osservavano da lontano; tra loro: Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo il Minore e di Iose, e Salome” (Marco 15, 40). Nel Vangelo di Giovanni troviamo la stessa descrizione, solo che lì è menzionata per ultima: “Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleopa, e Maria Maddalena” (Giovanni 19, 25). In Marco e Matteo è menzionata anche durante la sepoltura del Signore: “Maria Maddalena e Maria, madre di Iose, stavano osservando dove lo deponevano” (Marco 15, 47 e Matteo 27, 61). Principalmente, però, Maria Maddalena è uno dei primi testimoni della Resurrezione del Signore, e nel Vangelo di Giovanni è addirittura la prima ad arrivare al sepolcro (Marco 16, 1-8; Matteo 28, 9; Luca 24, 1-12; Giovanni 20, 14-18).

Solo nel Vangelo di Luca Maria Maddalena è menzionata con il suo nome durante l’attività pubblica del Salvatore, cioè al di fuori dei testi scritturali che si riferiscono strettamente alla Passione e alla Resurrezione degli altri tre evangelisti. All’inizio dell’VIII capitolo del Vangelo di Luca si racconta che “dopo di ciò, Gesù andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona novella del regno di Dio, e con lui i dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti maligni e da malattie: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni, e Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode, e Susanna, e molte altre che li assistevano con i loro beni” (Luca 8, 1-3). Il cognome “Maddalena”, che accompagna sempre il suo nome, almeno nei Vangeli, indica che non era sposata, perché se fosse stata sposata avrebbe portato il nome del marito. “Maddalena”, o più correttamente “di Magdala”, dimostra che questa donna proveniva dalla città-mercato di Migdal (Taricheae), sulla costa occidentale del lago di Galilea, chiamato anche “Mare di Tiberiade”. Doveva essere una donna ricca, poiché aiutò con molta generosità durante l’attività pubblica di Gesù e dei suoi dodici discepoli, un’opera davvero rivoluzionaria per l’epoca. Secondo la stessa fonte, Maria Maddalena visse l’esperienza personale di essere guarita da Cristo, che scacciò da lei sette demoni, quindi si trattava di una sorta di esorcismo. Tuttavia, sulla base dell’approccio storico-critico severo delle narrazioni di San Luca, la scienza contemporanea esprime riserve, poiché in questo vangelo è evidente una tendenza a minimizzare il ruolo di Maria Maddalena, cosa che, ovviamente, è in contrasto con gli altri tre Vangeli canonici. Va ricordato che l’evangelista Luca è l’unico tra i quattro che narra che Cristo Risorto apparve solo a Pietro (Luca 24, 34; vedi anche I Corinzi 15, 5). Secondo Ann Graham Brock (Mary Magdalene, the First Apostle: The Struggle for Authority, Cambridge, MA: Harvard University Press, 2003, pp. 19-40), nel Vangelo di Luca, non si trova più il racconto secondo cui Cristo apparve a Maria Maddalena. A differenza dei Vangeli di Matteo, Marco e Giovanni, Maria Maddalena scompare dalla narrazione lucana dopo la Resurrezione, nonostante sia uno dei testimoni oculari più autorevoli.

In parallelo, i sette demoni sono stati identificati con i cosiddetti sette peccati capitali. In questo senso, Papa Gregorio scrive che, quando Maria cadde ai piedi di Gesù, “i suoi molti peccati si sono trasformati in virtù per poter servire Dio in profonda penitenza” (Jane Schaberg, The Resurrection of Mary Magdalene: Legends, Apocrypha, and the Christian Testament, p. 82). Così è entrato nella storia del cristianesimo il mito di Maria Maddalena come la prostituta dal cuore d’oro. È, del resto, il motivo letterario scelto da Dinos Christianopoulos nell’opera sopra citata, ma anche da altri poeti e scrittori.

In modo curioso e interessante allo stesso tempo, questo mito di Maria Maddalena come la prostituta pentita si trova solo nella tradizione ecclesiastica occidentale. Nella Chiesa Ortodossa d’Oriente, ella è venerata per ciò che era realmente: uguale agli Apostoli, apostola tra gli Apostoli, santa e testimone della Resurrezione. In questo senso, va ricordata un’omelia di San Gregorio, Patriarca di Antiochia (VI secolo) in cui il santo immagina un dialogo tra Cristo Risorto e le donne giunte al sepolcro (tra cui Maria Maddalena) e dice loro: “Dite agli Apostoli i Misteri che avete visto. Voi siete i primi Apostoli tra gli Apostoli. Sappia anche Pietro, che mi ha rinnegato, che anche le donne possono essere apostoli” (vedi J. N. Birdsall, “Gregory of Antioch: Homilia in S. Theophania, CPG 7385–Gleanings of Text and Theme,” JTS 60, n. 2 (2009), pp. 531-537).

Questo patriarca e, allo stesso tempo, santo della Chiesa Ortodossa, chiaramente, estende il ruolo storico di Apostolo di Maria Maddalena, che è minuziosamente espresso nel Vangelo di Giovanni, e lo collega, naturalmente, alla sua esperienza nella prima apparizione di Cristo Risorto: “Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro” (Giovanni 20, 1). È evidente che i versetti successivi, 2-10, rappresentano un’aggiunta a un testo più antico, e non fanno altro che distruggere, in modo ostentato, la struttura della narrazione. In contrasto con l’immagine presentata nel Vangelo di Luca, il quarto Vangelo presenta Maria Maddalena, in modo chiarissimo, come il primo testimone della Resurrezione, che è l’evento più importante dell’Economia Divina.

Questo ruolo positivo giocato da Maria Maddalena – sulla base delle testimonianze storiche – è stato poi notevolmente rafforzato in alcuni ambienti cristiani, che ne hanno onorato la memoria ma hanno sovradimensionato il suo ruolo all’interno della comunità cristiana. Il libro apocrifo “Vangelo di Maria”, reso pubblico solo nel 1955, è il prodotto di una tale antica comunità cristiana, considerata da alcuni marginale. In questo vangelo apocrifo, ma anche nella maggior parte dei testi apocrifi del Nuovo Testamento – che, tuttavia, alcuni di essi, conservano nelle loro narrazioni una certa verità storica, come il Vangelo di Tommaso e il Vangelo di Filippo – Maria Maddalena è presentata come segue:

  • Detiene un posto di rilievo tra i discepoli di Gesù;
  • È sopravvissuta con forza anche in un’epoca e in una civiltà segnata da elementi patriarcali e, secondo alcuni, da una forte ideologia patriarcale;
  • Si distingue per il suo coraggio e parla senza paura;
  • Gioca un ruolo di leader anche di fronte agli altri apostoli maschi (“i suoi fratelli”, come li chiama);
  • È una persona benedetta che riceve e interpreta visioni divine;
  • È onorata per la sua giusta e profonda comprensione degli insegnamenti divini;
  • È considerata una discepola vicina a Gesù;
  • Non esita, quando necessario, a confrontarsi, e persino a entrare in conflitto con uno o più degli apostoli;
  • È protetta in modo speciale dal Salvatore.

Molte di queste nove caratteristiche si trovano anche in altri testi non canonici (apocrifi). In altri testi apocrifi della tradizione cristiana antica, il suo ruolo è totalmente deformato e portato verso il negativo, o addirittura eliminato il suo nome proprio dove, in altri testi, ella gioca un ruolo di leadership. Tutti questi testi hanno smesso di circolare a partire dal VI secolo d.C., per poi, più tardi, nel Medioevo, apparire in Occidente il noto mito di Maria Maddalena come simbolo di eros e sessualità.

La domanda critica che si pone nel mondo scientifico è se questa immagine di Maria Maddalena come figura di spicco della Chiesa primitiva rifletta davvero la realtà storica. È molto possibile che sia così, se pensiamo al ruolo importante che continua a ricoprire nella tradizione liturgica e agiologica orientale. Inoltre, alcuni studiosi del Nuovo Testamento sostengono che ella sia una delle donne importanti a cui l’apostolo Paolo rivolge un caloroso saluto nel noto capitolo XVI della Lettera ai Romani: “Salutate Maria, che ha faticato molto per voi” (Romani 16, 6). Questa è, naturalmente, solo un’ipotesi. Non esiste, tuttavia, assolutamente nessuna prova storica in questo senso, né alcun sospetto che Maria Maddalena sia stata una prostituta, amante o uno dei discepoli intimi di Gesù.

Al contrario, è stato completamente dimostrato che Maria Maddalena è stata una discepola del Signore, Apostola tra gli Apostoli, e questi elementi, con il passare del tempo, sono stati marginalizzati o addirittura dimenticati, almeno fino ai nostri giorni, quando la scienza ha già mostrato la vera importanza di Maria di Magdala come persona storica.

Confronto con Maria Egiziaca

Maria Egiziaca (che visse nel V secolo d.C.) e Maria Maddalena, nella cultura e nella teologia orientale, sono considerate le due Marie che, nonostante il pentimento, non hanno cambiato il nome, quindi non si sono separate dal loro passato peccaminoso. Tuttavia, le teologie e le storie delle loro vite sono completamente diverse. A partire dall’XI secolo, nell’Occidente cristiano, ha avuto luogo una sorta di identificazione tra Maria Maddalena e la peccatrice anonima menzionata nel Vangelo di Luca. Secondo la narrazione, la peccatrice irruppe nella casa di Simone il fariseo, si gettò ai piedi di Cristo, gli baciò i piedi e li unse con profumo. Il Salvatore la perdonò, e da allora ella divenne la Sua più fervente seguace (Luca 7, 36-50). Questa identificazione non è affatto casuale, ma si basa, da un lato, sul principio di “semplificazione” della storia evangelica, una tendenza favorita particolarmente nell’arte medioevale. Dall’altro lato, è motivata da una sorta di indottrinamento della società cristiana medievale occidentale con una visione filosofica di tipo platonico, o più esattamente neo-platonico.

in base all’articolo di Pétros Vassiliádis: https://www.pemptousia.ro/2015/10/sfanta-maria-magdalena-cea-intocmai-cu-apostolii/

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