San Gregorio di Nissa: Non smettere di desiderare di vedere Dio

 Affermiamo che anche il grande Mosè diventa sempre più grande, e non si ferma mai nella salita né si pone alcun limite nell’ascesa alle realtà dell’alto, ma una volta che ha cominciato a salire sulla scala sulla quale, come dice Giacobbe, si appoggiò Dio (cf. Gen 28,12) sale sempre al gradino superiore e non smette mai di salire, per il fatto che trova sempre un gradino più alto di quello che ha raggiunto nell’ascesa … Mi sembra che lo stesso accada all’anima mossa da una passione d’amore verso ciò che è bello per natura: la speranza a partire da ciò che di bello ha già visto la trae a quello che sta oltre, perché infiamma sempre di più il desiderio verso quello che sempre resta nascosto. Perciò l’ardente innamorato della bellezza, accogliendo ciò che di momento in momento gli appare come immagine di ciò che desidera, anela ardentemente di potersi saziare del modello originario e la sua richiesta audace, che supera i limiti del desiderio, chiede di godere della bellezza non attraverso specchi e riflessi ma faccia a faccia. La voce di Dio acconsente alla richiesta e al tempo stesso la rifiuta, mostrandogli in poche parole un incommensurabile abisso di pensiero. Dio, largo di doni, accetta di saziare il suo desiderio, ma non gli promette requie e sazietà. Non si sarebbe mostrato al suo servo, infatti, se la visione fosse stata tale da mettere fine al desiderio di Mosè che guardava, perché in questo consiste vedere veramente Dio: nel non smettere mai di desiderare di vederlo.

San Gregorio di Nissa, La vita di Mose 2,227.231-233

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